venerdì 30 marzo 2007

Il Digesto e il volgarismo

C'è stato uno scambio di idee utile per avvicinarsi a un problema molto complesso come quello della ricomparsa del Digesto e le teorie filologiche che si sono succedute sul punto. Anche le risposte qualitativamente migliori contengono qualche inesattezza: ad esempio, che la Florentina sia il manoscritto madre dal quale parte tutta la tradizione è la teoria del Torelli, che è stata smentita. Perciò la presenza dell'errore "conguntivo" (cioè che dimostra una derivazione o una parentela fra tradizioni) dell'inversione di fogli è spiegato non con la copia del misterioso "codex secundus" direttamente dalla Florentina, ma con l'esistenza di un modello comune che conteneva già l'inversione. Altrimenti non si spiegherebbe come mai in certi passaggi la Vulgata ha un testo corretto e la Florentina ha degli errori.
Anche la Bononiensis (e non bolognensis, che è un volgarismo) è stata un po' fraintesa. E' il nome che Pescani ha dato al testo che troviamo copiato nei manoscritti della scuola di Bologna, che danno origine alla Vulgata. Bononiensis sarebbe quel manoscritto del Digesto che Irnerio o chi per lui hanno trovano e usato come modello. Non è lo stesso che usò il compilatore della Collectio Britannica. Questo non lo ho spiegato a lezione per non farvi morire, ma la cosa complica ancora di più il problema.
Capite perché alcuni studiosi che si sono dedicati al problema da giovani sono poi morti senza averlo risolto?
A me basta che entriate in contatto con questo problema, perché sappiate che i testi antichi e medievali sono molto spesso incerti, e che la loro storia coincide a volte con quella della cultura.


C'era anche una domanda sul volgarismo e il diritto volgare. Il termine volgarismo è stato usato dagli studiosi di diritto romano per indicare singole deviazioni di singoli istituti da alcuni principi di diritto classico. L'immagine storica degli ultimi secoli dell'Impero sembra quella di un edificio classico che il tempo deteriora e che viene restaurato con aggiunte di gusto dubbio. Invece l'immagine del diritto volgare è molto più ampia e forte: indica il sistema giuridico che si impone in quel lungo periodo storico che copre la fine dell'antichità e l'inizio del Medioevo. Consente di interpretare il passaggio da un'epoca all'altra e coglie linee di fondo unitarie negli istituti che si consolidano per consuetudine o per legislazione.
Dal punto di vista della storiografia, la chiave dei volgarismi è stata usata dagli studiosi del diritto romano classico, mentre quella del diritto volgare è preferita dagli studiosi del diritto medievale.

13 commenti:

Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...
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Chicca ha detto...

Professore pensavo di aver compreso la questione riguardante littera florentina e la vulgata ma ora ho un po'di confusione in testa...la bononiensis non è una copia delle florentina in quanto i due manoscritti presentano errori differenti...ma non mi è molto chiaro il loro legame...potrebbe darmi qualche indicazione per favore?


Grazie mille e mi scusi...!

Chicca ha detto...
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Bon ha detto...
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Chicca ha detto...
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Anonimo ha detto...

Ho notato che alcuni studenti hanno chiesto se Si possono conoscere le date degli appelli della sessione estiva,é una domanda che vorrei rivolgere anche io,sapere le date sarebbe davvero un grande aiuto,soprattutto per chi ha qualche esame da recuperare.
Complimenti per il blog!

Anonimo ha detto...

L'11°sec fu caratterizzato da una grande riforma, quella Gregoriana che fu una delle forze storiche che hanno contribuito al ritorno dei testi giustinianei,ossia del Digesto.
Questa riforma si basò sulla ricerca di testi il più possibile autorevoli che riportassero all'ordine una società, laica e non, ormai alungo corrotta e senza una chiara normazione.In tutto ciò si vedevano contrapposti due grandi poteri, quello Imperiale e quello Ecclesiastico.
Vediamo ora le principali "riapparizioni" del Digesto in questo periodo:
1)La prima riapparizione del Digesto risale al 1076 nel processo Marturi (nel Senese) che vide il Monastero di San Michele rivendicare alcuni terreni sottratti dal marchese Bonifacio di Cannosa che concesse poi ai suoi vassalli. Furono molteplici le sollecitazioni da parte del Monastero ai vassalli per la restituzione delle terre, ma vane.Fu proprio nel 1076 (Bonifacio era morto e al potere c'era la vedova Beatrice) che il monastero ritentò la sorte con un nuovo processo.
Poichè erano passati tanti anni le terre erano cadute in prescrizione, ma la Corte aggirò l'ostacolo invocando un testo inconsueto,appunto il Digesto. In un passo di Ulpiano veniva riportato un editto pretorio con cui si concedeva la Restitutio in Integrum, prevista nel caso in cui vi fosse mancanza di giudici a cui ricorrere, in questa fattispecie rientrava proprio il caso del Monastero, che vide restituirsi le terre.
2)Durante la indagini che i seguaci di Gregorio VII andavano svolgendo nelle Biblioteche Lateranensi.Fu a Roma che trovarono una parte del Digesto almeno 93 frammenti che erano stati introdotti in una collezione canonica chiamata Britannica, perchè ora si trova a Londra nel British Museum, ma è stata sicuramente composta a Roma durante il papato di Urbano II.
Segue ora il problema sulla filologia di questa Collectio Britannica. Si affrontano varie teorie:
-Torelli che considerava la lettera florentina come il manoscritto madre da cui parte tutta la tradizione ; poi smentita.
-Pescani che diede il nome Bononiensis (o Vulgata, perchè testo volgare del Digesto)che venne usato da Irnerio o chi per lui.
La Collectio Britannica differisce da entrambe,potrebbe esserci allora una ulteriore ipotesi:
- Il manoscritto che aveva tra le mani Gregorio Magno nel 603, potrebbe essere stato questo a capitare sotto gli occhi dei compilatori romani della Britannica.
3) Troviamo poi passi del Digesto anche nelle 3 collezioni di Ivo da Chartres accanto a fonti laiche.
Maria Laura

Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...

professore mi scusi vorrei chiederle chiarimenti riguardo l'esonero di aprile. lei ha affermato che chi dovesse superare l'esonero sarebbe agevolato all'esame preparando soltanto le risposte a 30 domande che lei proporrà agli studenti prima dell'esame orale (mi è stato riportato dagli altri studenti). vorrei sapere se lo stesso trattamento verrà riservato anche a chi non dovesse sostenere l'esonero. la ringrazio per l'attenzione

Emanuele Conte ha detto...

No, lasciate stare le 30 domande. Ne avevo parlato come di una possibilità, ma poi ho deciso di rinunciare: dimenticatele.

Anonimo ha detto...

Professore questa del blog è davvero una bella idea!spero che venga presto anche ad altri professori!
comunque mi hanno riferito che il voto dell'esonero del 17 aprile dovrebbe valere anche per la sessione successiva di settembre..volevo chiederle se era vero!grazie mille