venerdì 7 settembre 2007

Cortese, Birocchi e la storia del diritto

L'osservazione di Marta è molto matura e pertinente, e merita una risposta anche teorica e non soltanto pratica.
Il primo profilo sollevato da Marta è quello delle impostazioni storiografiche e del modo di scrivere la storia. Come ho cercato di sottolineare a lezione, la storia non è una materia "positiva", che raccoglie solo dati di fatto e avvenimenti del passato. E' anche questo, naturalmente, e ve ne accorgete imparando le molte nozioni indispensabili alla comprensione del discorso. Ma nella grande quantità di cose avvenute, di libri scritti, di documenti conservati, è essenziale scegliere una linea di lettura, collegare diversi ambiti, costruire una interpretazione del passato. E questa parte della storia non è "oggettiva", ma soggettiva: è la ricostruzione di uno studioso, che offre un disegno di un'epoca o di un'evoluzione econdo la propria sensibilità e il proprio senso storico.
Ne abbiamo parlato molte volte confrontando diverse proposte storiografiche, e leggendo fra le righe del libro di Cortese il superamento di certe interpretazioni tradizionali (pensate alla personalità del diritto, o a Bologna come unica sede della scienza giuridica medievale).
Perciò, quando studiate un manuale di storia del diritto, voi leggete una certa ricostruzione soggettiva del passato: le fonti e i dati di fatto sono ordinati e proposti in un ordine proposto da un autore.
Ecco perché il passaggio da un autore all'altro crea disorientamento: non può che essere così.
Da parte mia, io ritengo che la lettura di libri diversi possa essere positiva, specialmente se si è fatta la fitica di seguire le lezioni. In effetti io intendo il manuale come uno strumento essenziale per la didattica, ma lo considero veramente utile solo se discusso alla luce delle lezioni, o al limite servendosi di questo blog. Proprio perché si tratta di letture soggettive, esse producono più frutto quando sono discusse e confrontate con altre.

C'è poi un problema contingente: il testo di Birocchi è molto ampio, e non lo avrei adottato se ne avessi trovato uno più sintetico. Per ora non ce n'è, e lo stesso Birocchi non ha ancora pubblicato il suo manuale "breve", che sto attendendo. Anche quando sarà uscito, però, resterà una differenza con il manuale di Cortese. Anche perché Cortese è forse il più grande studioso vivente del diritto medievale, e la sua sintesi è un capolavoro che difficilmente può essere uguagliato.

C'è un altro profilo che Marta ha suggerito: che differenza c'è tra la storia del diritto e la storia del pensiero giuridico. E questo è un tema ancora più ampio e importante. Benedetto Croce, ad esempio, diceva che del pensiero non si può fare la storia, perché è un concetto astratto che non ha una vita vera e propria, e perciò non può avere una storia.
Io sono d'accordo con Marta e con Croce: la storia del diritto deve comprendere tutti gli aspetti del fenomeno giuridico, non fermarsi né alla cosiddetta evoluzione degli istituti giuridici né tradursi in una carrellata di figure di intellettuali ben allineate una dopo l'altra. Il diritto è fatto di esigenze delle società, di interventi di legislatori, di cultura, di prassi giudiziarie. Anche di teorie e di libri, ovviamente: ma noi capiamo libri e teorie solo quando le intepretiamo alla luce di quello che accade nella storia.

Dunque: per imparare qualcosa di storia del diritto moderno servitevi del manuale di Birocchi per conoscere i dati di fatto. Cercate al suo interno le interpretazioni e non rinunciate mai al vostro senso critico.

martedì 4 settembre 2007

Il buon uso del blog

Bentornati a tutti. Spero abbiate passato buone vacanze, e che chi vuol fare l'esame a settembre non abbia sudato troppo sui libri.
Ringrazio tutti quelli che hanno partecipato al blog, soprattutto quelli che lo hanno usato per scambiarsi informazioni, per porre domande sul programma, per provare a dare risposte. Il vostro impegno ha dimostrato che l'idea del blog è utile per aiutare tutti a studiare e a prepararsi, e può essere utile anche a me per giudicare l'impegno di qualcuno. In effetti non è detto che l'unico modo di giudicarvi sia quello di farvi delle domande all'esame: entro certi limiti è possibile conoscervi anche in altri modi.

Ora non ci sono corsi in vista, ma molti di voi devono ancora sostenere l'esame. Durante questo periodo, il blog può fornirvi un minimo di supporto didattico. Per usarlo correttamente vi invito a
1) porre domande tra voi su parti di programma che vi sembrano oscure, come è stato fatto di recente suscitando risposte chiare da Michela. Io tengo d'occhio le discussioni ed eventualmente vi posso aiutare.
2) provare ad esporre per iscritto parti che avete capito: tutti potranno interloquire e correggere le esposizioni.
3) anche le questioni amministrative possono trovare risposta sul blog.
4) in generale: quando dovete pormi delle domande che interessano tutti (ad esempio: a che ora è l'esame) ponetele sul blog. Quando invece dovete fare delle richieste personali o non volete che tutti leggano le risposte, allora scrivetemi a e.conte@uniroma3.it

Buon lavoro