venerdì 17 novembre 2017

Terza domanda

Nella risposta alla domanda dovete indicare nome, cognome e numero di matricola.
La risposta deve pervenire entro le ore 15,30 (quindi speditela qualche minuto prima) all'indirizzo
storiadiritto.conte@uniroma3.it

Rammentate che c'è un limite di caratteri fissato a 1700 per la vostra risposta.

Ecco la domanda:

Quali rapporti ha il Decretum di Graziano con la dialettica medievale? Perché può essere definito un'opera fluida che è stata artificialmente trasformata in testo normativo stabile?  

Chi risponde in modo almeno sufficiente a questa domanda non sarà interrogato, all'esame, sulla parte di programma che corrisponde alle pagine 274-343 del manuale di E. Cortese, Le grandi linee...

giovedì 16 novembre 2017

Il metodo dialettico (generalia, argumenta, categorie)

Due studenti o studentesse hanno lasiato commenti nei quali chiedono un chiarimento su alcuni termini dialettici. In particolare, uno (una) ha chiesto di capire meglio cosa siano gli argumenta e i generalia, e l'altra (altro) non ha capito l'esempio delle fictiones che ho proposto parlando della struttura del Libellus disputatorius di Pillio.
Anche degli argumenta e dei generalia ho parlato in relazione a Pillio, che abbiamo preso come esempio per avere un'idea di come funziona il ragionamento dialettico, che è quello entro cui si forma la scienza giuridica medievale. In effetti il genere dei brocarda, di cui l'pera di Pillio è l'esempio più importante, assume anche il nome di generalia, perché tende a trovare delle proposizioni generali (cioè delle regulae) che possano ricomprendere in un solo concetto il senso di proposizioni normative che sembrano a prima vista contraddittorie. Perciò i brocarda allineano norme che dettano discipline apparentemente contraddittorie. Ad esempio: una donna non può essere procuratrice in tribunale. Ma una donna può patrocinare per gli interessi dei propri congiunti o delle persone miserabili. Le leggi che si contraddicono sonoargumenta in favore della prima o della seconda tesi. La propositio generalis (o semplicemente "generale") è quella che giustifica la regola e chiarisce perché vi possono essere eccezioni. In questo caso: una donna avvocata può dare scandalo, ma il diritto alla difesa prevale sull'opportunità cha l'avvocato sia maschio, e perciò la proibizione non è assoluta.
Nel Libellus Pillio allinea argumenta sottolineando le analogie fra i procedimenti logici adottati da diverse norme del Corpus Iuris. Comincia dalle presunzioni, per far eserciatre gli studenti su tutti i casi in cui una norma consente di presumere un fatto che non è provato. Ad esempio che chi possiede una cosa si presume che ne sia il proprietario. Oppure che se uno riceve una somma di denaro ogni mese si presume che abbia stipulato un contratto di locazione o un simile contratto. Poi passa a tutti i casi in cui si finge che sia accaduta una cosa che non è accaduta: che sia già nato uno che non lo è, che uno che torna dopo essere stato catturato dei nemici non sia mai partito, che un contratto stipulato da un minorenne non sia stato mai fatto, e così via. In questo modo sotto la proposizione generale (tipo: "Vivus fingitur mortuus") si allineano tutti i brani che poi si potranno usare come argumenta quando si porrà un caso analogo.

Lezione del 15 novembre 2017

Martin Lutero (1517) critica aspramente la Chiesa di Roma dal momento che i papi avrebbero tradito lo spirito originario del cattolicesimo il quale non implicava un atteggiamento giuridico in quanto il papa avrebbe dovuto parlare attraverso lo spirito e non per mezzo delle leggi. La critica luterana nei confronti della chiesa si concentra soprattutto attorno al forte formalismo che aveva avuto inizio con la riforma gregoriana.
Con la nascita ed il diffondersi della scientia juris di matrice laica il clero era stato, in un certo senso, oscurato dal rafforzarsi di una mentalità giuridica che permetteva alle comunità di imporre delle norme. La Chiesa, che era ancora legata a principi vecchi, si trova nella situazione di dover  prendere uniniziativa. Per tale ragione sceglie di abbracciare la mentalità giuridica e creare così un diritto canonico. La normatività del diritto che impone e dispone procedure, riconosce diritti e propone il processo porta la società spirituale ad aprirsi al mondo del diritto. Questa svolta è uno dei principali punti della critica luterana che sarà poi ripresa nellOttocento da Rudolf Sohm il quale affermerà che strutturalmente nella comunità dei fedeli il diritto non può esistere in quanto tale poiché la chiesa è una comunità carismatica che non può fondarsi sulla norma cogente e di conseguenza il diritto canonico non sarebbe altro che una sovrastruttura.
Tradizionalmente si dedica poco spazio al diritto canonico come momento della formazione del diritto moderno. In realtà studiare il diritto della Chiesa (che non attiene allo spirituale) è fondamentale per comprendere molte logiche ed istituti attuali.
La scuola giuridica canonistica nasce con il Decretum di Graziano, opera che diviene la base di questa scuola. Anche questa scuola nasce a Bologna ed ha una storia non troppo diversa da quella laica. Basato sulla dialettica tipica del metodo scolastico, il Decretum ha una struttura non troppo diversa da quella che abbiamo osservato nel libellus disputatorius di Pillio. Con la differenza che i brani normativi da coordinare e conciliare fra loro non sono citati in forma abbreviata, ma per esteso. Questo era inevitabile, dal momento che non esisteva una raccolta standard delle fonti del diritto canonico (le fonti della chiesa sono le decretali papali, i canoni dei concili e poi ovviamente i passi delle sacre scritture e dei padri della chiesa) ordinate e promulgate, come è il caso del Corpus di Giustiniano, e quindi Graziano, per fare questa compilazione, deve scrivere per esteso i brani di cui tratta. Il Decretum, noto anche come concordia discordantium canonum, ha lobiettivo di armonizzare le tante norme tra loro discordanti. Il metodo utilizzato è simile a quello usato da Pillio. Graziano scrive tre diverse versioni del Decretum. La prima di queste del 1135 era più piccola delle successive; nel 1140 redige la versione che si colloca a fondamento della nascita degli studi di diritto canonico ed infine la terza versione è del 1150, con lintegrazione nel testo di una serie di aggiunte di un allievo di Graziano: Paucapaulea. Queste aggiunte contengono spesso passi del diritto romano, che era stato sempre usato dalla Chiesa, ma che Graziano fino al 1140 aveva inserito in misura molto ridotta. Occorre sottolineare come in quindici anni si susseguano tre diverse versioni del Decretum che, dunque, per sua natura sarebbe stato un testo fluido e mutevole. Esso fu stabilizzato un po artificialmente per trasformarlo in una compilazione normativa chiusa come erano le parti del Corpus Iuris Civilis. Solo un testo stabile, infatti, consentiva il lavoro della scienza giuridica, fatto di citazioni di brani paralleli o contrastanti e di elaborazione di proposizioni generali capaci di distillare la ratio del complesso normativo. Però il Decretum rimane un testo abbastanza variabile nelle scuole nel Nord dEuropa, dove subisce ancora abbreviazioni per tutto il XII secolo (un po come avvenne per il Codice di Giustiniano abbreviato da Vacario nel Liber Pauperum).
E possibile individuare il punto di svolta della Chiesa nei confronti del diritto proprio nel sorgere e diffondersi del Decretum tanto come testo normativo quanto come oggetto dello studio. Nascono, infatti, molte scuole di diritto canonico (a Bologna la prima) frequentate da chierici che intendono diventare esperti di diritto. Anche di questa scuola ciò che si conosce è dovuto alle opere che vengono prodotte, che sono analoghe a quelle di diritto civile (apparati di glosse e Summae). Aspetti fondamentali delle scuole di diritto canonico che le rendono differenti dalla coeva esperienza civilistica sono innanzitutto la grande diffusione in nord europa (Normandia, Germania, Inghilterra) ed il fatto che, ben presto, una buona formazione giuridica divine condizione essenziale  per la fare carriera in àmbito ecclesiastico(molti sono gli esempi di vescovi e papi giuristi). Lo studio del diritto civile è comunque ritenuto importante anche dai canonisti perché la mentalità giuridica è comune.
Uno degli effetti principali fu il crescente atteggiamento legalistico dei papi: essi iniziano a legiferare promulgando sempre più lettere decretali che contengono sempre più dei principi generali. Questa è una delle differenze più rilevanti con la scuola di diritto civile: il CJC è un apparato antico che proclama la sua completezza e tollera male le integrazioni, mentre la Chiesa continua a legiferare in maniera costante. Nel diritto canonico il legislatore è vivo ed è il papa, mentre al contrario i legisti sono molto ostili al legislatore vivente (p.e. nei cfr di Barbarossa). Dal momento in cui il Decretum diviene la base dellinsegnamento iniziano a proliferare le decretali strutturate sempre più giuridicamente poiché dettano regole molto più tecniche rispetto al diritto canonico precedente. Nel 1190 ca vede la luce la summa al Decreto di graziano di Uguccio (o Uguccione) da Pisa uno dei principali maestri della scuola di Bologna e poi vescovo di Ferrara. Questa Summa (molto lunga e trasmessa solo per via manoscritta) è importante dal momento che ricorre costantemente alle logiche romane nello studio del Decretum. Per esempio per elaborare un criterio generale valido a indicare quali siano i casi di impedimento dellordinazione Uguccio adegua il diritto romano affermando che il soggetto, per essere idoneo a ricevere il sacramento, non deve essere oggetto del diritto di terzi sul proprio corpo (come per esempio nel caso delluomo sposato che è oggetto del debito coniugale). Uguccio, quindi, estende il concetto di servitù alluomo sposato che non può essere ordinato perché sul suo corpo grava tale diritto e non sarebbe libero di seguire gli obblighi derivanti dellordinazione. Stesso discorso per il servo della gleba perché è asservito a un padrone che ha un diritto sulla sua persona. 

Il secondo evento fondamentale per la storia del diritto canonico è rappresentato dalla redazione della prima raccolta di decretali promulgate dai papi negli anni che separano il Decreto di Graziano e il 1191 anno della Compilatio prima di Bernardo da Pavia. Bernardo propone la raccolta delle decretali che non erano incluse nel Decretum e che per questo si chiamano extravagantes divisa in cinque libri. Questa è una suddivisione tematica fondamentale che creerà una nuovo criterio sistematico ad imitazione di quello civile: i cinque libri sono iudex,  iudicium, clerus, connubia et crimen.  La collezione viene copiata ed inizia ad avere una grande diffusione nonostante non sia stata promulgata in quanto raccolta ma rimanga una raccolta privata. Qualche anno dopo verrà promulgata la prima raccolta ufficiale ad opera di papa Innocenzo III: la tertia compilatio antiqua. Questa promulgazione è una tappa fondamentale per due ragioni: innanzitutto nel 1209 promulga una raccolta di sue decretali e le fa inviare ai maestri e allievi di Bologna perché la studino e la corredino di glosse. Quindi il legislatore disegna il modello dellordinamento e tiene in considerazione la scuola come protagonista di questo fenomeno. Inoltre il testo legislativo diventa veramente vigente quando alla forza del legislatore si aggiunge il lavoro della scientia iuris che ha una funzione para-legislativa.

mercoledì 15 novembre 2017

Lezione 14 novembre 2017

Vi sono alcune questioni di carattere istituzionale fondamentali per comprendere appieno la dialettica che intercorre tra lo studio bolognese e le scuole minori. Bologna è, infatti, il primo centro di insegnamento che assume le vesti di università e già nella seconda metà del XII secolo mostra di avere una struttura organizzativa fortemente consolidata. Per esempio, la preminenza del sistema della lectura e di un insegnamento basato sul sistema della glossa rende possibile il fiorire di una straordinaria manifattura libraria esperta nella produzione del CJC corredato dallapparato di glosse.  Limportanza di Bologna, dunque, non si limita solo al piano intellettuale ma invade anche quello industriale rendendo il territorio bolognese ricco e fiorente. Inoltre, la struttura del corso di laurea (della durata di dieci anni) era finalizzato anche allattribuzione di veri e propri gradi accademici (p.e. la laurea attribuiva in automatico licentia docendi).
Tale fioritura della scientia juris in ambiti squisitamente laici rappresenta una sorta di effetto non voluto della riforma gregoriana la quale per mezzo della riscoperta del diritto romano e di un suo uso strumentale intendeva tendeva ad una valorizzazione del clero rispetto al mondo laico. In relatà si assiste ad un allontanamento dalla tradizionale logica religiosa tramite la ricerca delle risposte nellautorevolezza del diritto.
In questo contesto storico-sociale dove il giurista si trova al centro di un fenomeno di rinnovamento tanto culturale quanto giuridico troviamo la figura di Pillio da Medicina un giurista che può essere considerato la personalità più rappresentativa del scienza del diritto di questo periodo. Laureatosi a Bologna, probabilmente allievo di Piacentino, inizia la sua carriera di insegnamento a Bologna per trasferirsi, però, dopo poco a Modena. Egli stesso racconta di essere stato chiamato dalla città di Modena affinché insegnasse nello studio locale. Luniversità di Bologna aveva nei confronti di tutti i suoi maestri una sorta di diritto di esclusiva per i primi tre anni di docenza che impediva ai maestri di potersi trasferire in altri centri ad insegnare. Nonostante questa clausola, la città di Modena, pur di avere presso di sé un giurista del calibro Pillio lo esonera dallinsegnamento sino al compimento dei tre anni di esclusiva.
In questi tre anni, dunque, Pillio si dedica totalmente alla produzione scientifica scrivendo alcune importanti opere. Innanzitutto il libellus disputatorius che nasce, originariamente, solo per i pratici ma di cui in seguito Pillio pubblica nuova edizione finalizzata allinsegnamento. La metodologia promossa da Pillio renderebbe possibile accorciare la durata degli studi da dieci a soli quattro anni. Per Pillio, infatti, è importante la capacità estrapolare dai testi la definizione di una regola generale. Questo metodo nuovo prevede luso dei cc.dd. Brocarda chiamati più propriamente generalia. (vd. presunzione - finzioni).
La seconda opera è una raccolta di Quaestiones che si sostanziano nellesposizione da parte del maestro un caso pratico (reale o fittizio) utile per far esercitare gli studenti, divisi in due gruppi, nel ragionamento tramite argomentazioni a difesa o dellattore o del convenuto. Tali esercitazioni si concludevano con lesposizione della solutio. Il principio di insegnamento è il medesimo dei brocarda,
La terza opera è unopera incompiuta ed è una summa ai tres libri del codice (libri X-XII) che trattano di diritto pubblico e di diritto amministrativo e fiscale.
Lopera più nota ed importante di Pillio è la Lectura ai libri feudorum. Questa lectura è importante perché riesce a dare autorità normativa ad un testo che normativo non era. Il nucleo principale dei libri feudorum era composto da due lettere scritte da Oberto dellOrto (giudice a Milano) al figlio Anselmo che studiava a Bologna al fine di spiegargli le consuetudini feudali vigenti. Oltre alloperetta di Oberto, i libri feudorum contengono alcune costituzioni imperiali in materia di feudo (p.e. ledictum de beneficiis). La novità introdotta da Pillio è quella di aver  fatto una lectura ad un testo non normativo che non solo ebbe un enorme successo tanto che qualche anno dopo tale insegnamento fu accolto a Bologna, ma al punto che Accursio deciderà di includere nella sua edizione del CJC anche i libri feudorum corredatati dalla glossa di Pillio.

La questione più importante trattata da Pillio in questa lectura attiene ai diritti reali sul beneficio. In questottica Pillio elabora una definizione generale del rapporto che intercorre sia tra il signore e il beneficio concesso sia tra vassallo e beneficio. Partendo da un passo delle lettere obertine nel quale il giudice afferma che tra i diritti che il vassallo acquisisce sul beneficio vi sarebbe anche lesperibilità della vindicatio, Pillio afferma che se il vassallo allo può agire esperendo una rei vindicatio, allora vuol dire che il vassallo è titolare di un diritto che secondo il diritto romano legittima tale azione. Dal momento che la rei vindicatio è lazione che spetta al proprietario ciò significa che il vassallo è, al pari del signore, titolare del dominio. Pillio, dunque, afferma che con la concessione del beneficio si trasferisce anche il dominio ma solo il dominio utile che è tutelato dallactio utilis (che spetta al concessionario), mentre al concedente rimane il dominio diretto a cui spetta lazione diretta.  Questa è uninvenzione tecnica di grande successo che, però, non può essere pienamente compresa da un punto di vista storico, se non collegata al contesto modenese. Nel 1182 Modena promulga uno statuto con cui prevede una disciplina che favorisce profondamente i concessionari a titolo di feudo, enfiteusi o livello. Con queste norme, per esempio, viene statuito che nel caso in cui un soggetto riceva un bene a titolo di feudo e questi rimanga senza eredi maschi il beneficio (che in teoria sarebbe dovuto tornare al concedente) è trasmissibile anche dalle figlie femmine. Questo statuto determina una posizione del concessionario equivalente a quella del proprietario non casualmente ma perché Modena è costruita interamente su terreni di proprietà del vescovo il quale li aveva dati in concessione ai ricchi abitanti di Modena che, tra le altre cose, erano gli stessi soggetti che tanto avevano voluto Pillio nel loro studium e che  pagavano il suo stipendio. E chiaro, quindi, che la città di Modena aveva bisogno di un giurista come Pillio che tramite elaborate teorie tutelasse, in pratica, gli interessi della società cittadina.