mercoledì 15 novembre 2017

Lezione del 13 novembre 2017

Quando si parla di scuole minori si fa riferimento a tutti quei centri extra-bolognesi che, a partire dal XII secolo, sono nati e cresciuti diventando ben presto importanti centri culturali di insegnamento del diritto. Laggettivo minori, infatti, deve essere considerato solo come una formale reverenza nei confronti dellalma mater.
Per quanto attiene alle scuole minori la storiografia giuridica si è concentrata in un primo momento attorno allo studio dei centri di insegnamento doltralpe come per esempio Oxford e soprattutto le scuole provenzali.
Per quanto riguarda Oxford occorre sottolineare come qui linsegnamento del diritto romano sia nato in un ambiente canonistico e ricondotto alla figura di Vacario un maestro lombardo noto per aver redatto il Liber pauperum che, tramite unantologia di passi del Digesto e del Codice, aveva il pregio di rendere accessibile lo studio del diritto romano anche agli studenti meno abbienti.
Il discorso legato alle scuole di diritto provenzali merita uno spazio più ampio dal momento che il Mezzogiorno francese è un ottimo esempio del genere di ambiente culturale che caratterizzava le scuole minori ed inoltre poiché è proprio dalla Provenza che giungono in Italia molte mode e metodologie didattiche fortemente innovative. Alla Provenza sono legati anche alcuni importanti giuristi quali Rogerio e Piacentino che si sarebbero, probabilmente, succeduti nellinsegnamento del diritto romano a Montpellier. La scoperta dellesistenza di molti centri di diritto romano in Francia da parte della storiografia è legata alla circolazione della loro produzione fortemente innovativa.
Le opere prodotte nelle scuole minori sono caratterizzate da alcune particolarità:
1.      Atmosfera grammaticale: le opere si caratterizzano per un forte legame con le arti liberali che si manifesta attraverso una particolare attenzione per leleganza della lingua, la ricorrente scelta della forma dialogica come artificio retorico e lassidua presenza di proemi allegorici nei quali compaiono alcune figure topiche come il templum iustitiae caro a Giustiniano e la personificazione della Iustitia. Le prime operette di questo genere sono le Enodationes quaestionum super Codice e le Quaestiones super Institutis di Rogerio redatte probabilmente nel periodo italiano del giurista dal momento che stilisticamente si rifanno allopera che meglio rappresenta questo gusto grammaticale: le Quaestiones de iuris subtilitatibus. Questopera, nonostante lautore sia ignoto, è sicuramente di matrice italiana dal momento che descrive efficacemente il contesto storico-politico di una città padana degli anni 60 del XII secolo. Questopera oltre a presentare le caratteristiche proprie di questo gusto grammaticale contiene unaspra invettiva nei confronti delle leggi longobarde e della personalità del diritto che ha il pregio di mostrare come il diritto romano fosse ormai non solo un diritto da studiare ma soprattutto un diritto vigente a tutti gli effetti.
2.      Attenzione per la prassi: Il processo in particolare è al centro dellattenzione delle scuole minori poiché a seguito della riforma gregoriana ed in ottica anti-germanica rappresenta lo strumento fondamentale per riformare la società. Nonostante i più antichi trattatelli sulle azioni siano di matrice provenzale, anche in Italia vi sono ottimi esempi di questo genere di produzione. A Mantova si assiste ad una ricca produzione di letteratura processuale innanzitutto con la Summa de actionum varietatibus di Piacentino e poi con la trilogia (Ordo iudiciorum, Arbor actionum e la Summa Quicumque vult dedicata alla fase iniziale del procedimento) di Giovanni Bassiano allievo di Bulgaro e maestro di Azzone. Proprio nello studio mantovano dovrebbe aver avuto luogo una celebre disputa tra Piacentino e Giovanni Bassiano circa la possibilità o meno di identificare lactio con la causa petendi dal momento che essa non sarebbe altro che il suo aspetto procedurale. A partire da queste opere la pratica forense iniziò a chiedere sempre più di frequente la produzione di opere processualistiche pensate appositamente per i pratici del diritto e si assiste, quindi, al proliferare dei cc.dd. ordines iudiciorum tra i quali spicca la Summa Cum esse Mutine di Pillio da Medicina che organizzata come una raccolta di quaestiones attiene alla fase preparatoria della lite e alla redazione del libelli (proprio come la Summa di Bassiano).
3.      Insegnamento degli altri diritti: Unaltra peculiarità della produzione delle scuole minori è il contemporaneo insegnamento del diritto romano e del diritto longobardo. I principali centri erano Mantova, Piacenza e Pavia. Per esempio a Piacenza avrebbe insegnato diritto romano Carlo di Tocco noto, però, soprattutto per la sua glossa alla Lombarda. In questi centri minori ,dove linsegnamento del diritto germanico era contemporanea a quello su Giustiniano, era possibile formarsi e praticare entrambi i diritti.

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4.      Uso delle Summae: Le scuole minori nellinsegnamento non trascuravano anche lesegesi dei testi giustinianei ma, nel farlo, avevano come obiettivo quello di dare agli studenti un metodo di apprendimento che fosse meno mnemonico e maggiormente funzionale a fini della pratica del diritto. Pertanto il genere letterario prescelto fu quello della Summa non un riassunto bensì unesposizione sistematica completa ma al tempo stesso rapida di uno dei libri della compilazione giustinianea. Le summae ebbero come oggetto il Codice e le Istituzioni mentre nessun giurista riuscì nellimpresa di redigere un summa dellintero Digesto bensì solo summolae di singoli titoli. Nel corso del XII secolo si susseguirono molte summae al Codice ed alle Istituzioni. Il Mezzogiorno francese è lambiente più fertile per la produzione di questo genere di opere. Da menzionare, innanzitutto, la Summa Trecensis erroneamente attribuita in un primo momento ad Irnerio, ma più probabilmente prodotto del provenzale Géraud. Sempre in Provenza Rogerio iniziò a scrivere la sua Summa Codicis, rimasta incompiuta, che venne poi completata da Piacentino al suo arrivo verso il 1162 nello studio di Montpellier (quello di completare le opere incompiute dei maestri era un tipico comportamento da allievo). Sempre Piacentino durante il suo insegnamento a Montpellier scrisse una Summa Institutionum ed una nuova summa al codice che sostituisse quella di Rogerio.
 A cura di Marta Cerrito

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