giovedì 16 novembre 2017

Il metodo dialettico (generalia, argumenta, categorie)

Due studenti o studentesse hanno lasiato commenti nei quali chiedono un chiarimento su alcuni termini dialettici. In particolare, uno (una) ha chiesto di capire meglio cosa siano gli argumenta e i generalia, e l'altra (altro) non ha capito l'esempio delle fictiones che ho proposto parlando della struttura del Libellus disputatorius di Pillio.
Anche degli argumenta e dei generalia ho parlato in relazione a Pillio, che abbiamo preso come esempio per avere un'idea di come funziona il ragionamento dialettico, che è quello entro cui si forma la scienza giuridica medievale. In effetti il genere dei brocarda, di cui l'pera di Pillio è l'esempio più importante, assume anche il nome di generalia, perché tende a trovare delle proposizioni generali (cioè delle regulae) che possano ricomprendere in un solo concetto il senso di proposizioni normative che sembrano a prima vista contraddittorie. Perciò i brocarda allineano norme che dettano discipline apparentemente contraddittorie. Ad esempio: una donna non può essere procuratrice in tribunale. Ma una donna può patrocinare per gli interessi dei propri congiunti o delle persone miserabili. Le leggi che si contraddicono sonoargumenta in favore della prima o della seconda tesi. La propositio generalis (o semplicemente "generale") è quella che giustifica la regola e chiarisce perché vi possono essere eccezioni. In questo caso: una donna avvocata può dare scandalo, ma il diritto alla difesa prevale sull'opportunità cha l'avvocato sia maschio, e perciò la proibizione non è assoluta.
Nel Libellus Pillio allinea argumenta sottolineando le analogie fra i procedimenti logici adottati da diverse norme del Corpus Iuris. Comincia dalle presunzioni, per far eserciatre gli studenti su tutti i casi in cui una norma consente di presumere un fatto che non è provato. Ad esempio che chi possiede una cosa si presume che ne sia il proprietario. Oppure che se uno riceve una somma di denaro ogni mese si presume che abbia stipulato un contratto di locazione o un simile contratto. Poi passa a tutti i casi in cui si finge che sia accaduta una cosa che non è accaduta: che sia già nato uno che non lo è, che uno che torna dopo essere stato catturato dei nemici non sia mai partito, che un contratto stipulato da un minorenne non sia stato mai fatto, e così via. In questo modo sotto la proposizione generale (tipo: "Vivus fingitur mortuus") si allineano tutti i brani che poi si potranno usare come argumenta quando si porrà un caso analogo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Grazie mille professore