mercoledì 30 marzo 2011

Due domande!

Due studenti hanno provato a sfruttare il blog per porre domande: le trovate sul posto "Il diritto longobardo..."
Una è sul programma dell'esonero, ma non la ho capita: chiede se nel programma siano compresi "i saggi", ma non so a cosa si riferisca.
L'altra è per fortuna sul contenuto. Riscontra una diversa interpretazione fra le mie lezioni e quanto osserva il libro di Cortese sull'accoglienza della compilazione di Giustiniano in Italia dopo la pragmatica sanctio. In verità non c'è molta contraddizione: Cortese sottolinea i molti indizi di sopravvivenza di diritto teodosiano in Italia, anche in materie per le quali Giustiniano modifica le discipline di Teodosio. Il diritto giustinianeo fu conosciuto in Italia, ma vagamente. Fu molto usata l'Epitome Iuliani, ma il Codice molto meno e il Digesto per nulla. In compenso, circolavano compendi del Codice Teodosiano (che in teoria era abrogato da quello Giustinianeo) e se ne componevano di nuovi.
Del resto: se la Chiesa, che avrebbe dovuto preservare il diritto romano che la regolava anche durante la dominazione dei Longobardi e poi dei Franchi, adottava quella prospetiva "utilitaristica" di cui abbiamo parlato a lezione, era naturale che attingesse norme utili dovunque le trovasse: spesso nella tradizione teodosiana, qualche volta nelle innovazioni di Giustiniano.
Ma la compilazione nel suo complesso, io credo, fu un insuccesso, perché non fu adottata come sistema, ma al massimo costituì una cava di materiali, per di più poco usata e mal conosciuta.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Gentile Professore,
Vorrei avere un paio di chiarimenti: il primo circa l'espressione "utraque lex" usata dal manuale di Cortese alla fine del X capitolo; il secondo sugli ultimi paragrafi del capitolo II (parte II del manuale)circa gli aspetti dell'equità e il rapporto tra equità e giustizia.

La ringrazio!

Anonimo ha detto...

professor Conte, le chiedo un chiarimento circa le questiones de iuris subtilitatibus: a lezione ci siamo soffermati in particolar modo sulla descrizione allegorica del templum iustitiae , il cortese aggiunge la figura di un personaggio fuori dal tempio che risponde alle domande di una piccola folla. Non mi è molto chiara la trattazione di tale personaggio.
La ringrazio per l'attenzione.

Anonimo ha detto...

gentile Professore,
vorrei avere un chiarimento circa metodo brocardico e quaestiones:possiamo dire che sono accumunati dallo stesso metodo dialettico, ma che i brocardi si prefiggono di risolvere parti intrecciate del corpus, mentre le quaestiones problemi di casi processuali reali?
La ringrazio,questa parte del cortese è piuttosto sottile!

Anonimo ha detto...

Gentile professore,
le scrivo per avere un chiarimento in merito alla differenza tra il concetto di "utraque lex" e quello di "utrumque ius", che sul manuale non è molto chiara.
La ringrazio anticipatamente,
V.L.

Anonimo ha detto...

Gentile Professore
vorrei avere un chiarimento circa la causa finalis, sul cortese non risulta molto chiara a mio avviso.
La ringrazio!

Anonimo ha detto...

Gentile Professore
sto trovando ardua la comprensione dell'ultima parte del capitolo IV,in particolare dal paragrafo nove sino alla fine del capitolo , ovvero la parte senza l'appoggio della sua lezione. potrebbe darmi un chiarimento?
La ringrazio per l'attenzione

Emanuele Conte ha detto...

Ora sono in Germania per un convegno. Vi rispondo lunedì a lezione o sul blog

Anonimo ha detto...

Gentile professore,
purtroppo sono stata assente alla lezione sul Cap.IX/PARTE I:"Aspetti della prassi".
Non ho ben capito il problema della firmitas ed il ruolo di notai e giudici.
La ringrazio.