martedì 10 maggio 2011

Principio gelasiano

Chi è interessato al principio gelasiano può trovarlo nel Decreto di Graziano alla distinctio 96 canone 10 (dovete cercare nella prima parte del decreto!)

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Salve professore..
io e altre colleghe non riusciamo a prenotare l'esonero!!! oggi è l'ultimo giorno disponibile per farlo ed è già una settimana che ci proviamo. come possiamo risolvere questo problema? attendiamo una sua risposta.

Dott.ssa Silvia Di Paolo ha detto...

Cercate nel sistema "prove parziali" e in particolare "storia del diritto medievale e moderno" e vi iscrivete. Il sistema funziona perfettamente, abbiamo appena verificato che 312 persone si sono iscritte!

Anonimo ha detto...

Salve dottoressa,
anche a noi compare l'appello però non c'è la voce per iscriverci!!!
comunque riproveremo..grazie lo stesso.

Anonimo ha detto...

Il principio espresso da Gelasio ha una notevole importanza per l'epoca e per i secoli successivi per aver "regolato" il rapporto tra potere spirituale e temporale, affermando che si trattasse di due poteri indipendenti e, pertanto, distinti. Infatti Gelasio riteneva che il mondo fosse retto da "due autorità" e l'imperatore non poteva assolutamente intromettersi nelle questioni di fede. Ma Gelasio non si limitò soltanto a "lottare" contro il Cesaropapismo, motivo per il quale enunciò il principio, ma per la prima volta si posero dei limiti all'imperatore che venne paragonato anche alla massa: il sovrano, come qualsiasi altro fedele, avrebbe dovuto ubbidire alla Chiesa. Va, però, detto anche che Gelasio in cambio dell'ubbidienza dell'imperatore verso le leggi divine ed ecclesiastiche, garantì l'ossequio della Chiesa alle leggi civili. Tiziana Dell'Unto

laura ha detto...

“L’uno e l'altro foro
Aiutò sì che piace in paradiso.”
Dante par. X 104-105
Dante colloca Graziano in paradiso tra gli spiriti sapienti del cielo e del sole.
È tuttavia lo stesso titolo dell’opera di Graziano a suggerire il suo programma: “ Concordia discordantium canonum” ossia “armonizzazione di regole canoniche discordanti” mette in chiara luce l’intenzione di isolare questioni attinenti al governo della chiesa e dei fedeli e di staccare le questioni “esterne” rilevanti per il tribunale pubblico (il c.d. “foro esterno” rigurardante le sfera sociale) da quelli di competenza del tribunale della coscienza (il c.d. “foro interno”riguardante la sfera privata del singolo fedele). La normativa canonica che viene posta sullo stesso piano della giuridicita dello ius civile.
Fu appunto Graziano a gettare le basi al diritto canonico che, insieme al diritto civile fonda le premesse per l’utrumque ius, questa sorta di compromesso tra due ordinamenti che andrà a costituire il diritto comune.
A questo punto è facile notare come tutto ciò, secondo una mia personale opinione, prende spunto da quella visione monistico dualista dove in un unico universo convivono gli opposti. Non che in questo caso (diritto canonico e diritto civile) si possa propriamente parlare di opposti ma il titolo dell’opera di Graziano sembra rimembrare la celebre frase di Eraclito: “dagli opposti concordi e dai discordi bellissima armonia”, l’armonia degli opposti. In realtà qui si tratta di due materie diverse che convivono all’interno di una sfera ancora piu grande quale è il diritto comune.
A questo punto, non essendo riuscita a fare una traduzione del testo della distinctio 96, posso azzardarmi a intuire che Graziano riaffermi il principio gelasiano proprio per dare una base teorica alla fondazione del diritto canonico dal momento che secondo Gelasio il mondo è retto da due dignità somme, l’una chiamata da Cristo a guidare le anime, l’altra a governare i negozi temporali. Al tempo di Gelasio però era importante frenare le tendenze cesaropapiste per questo si pose l’accento sulla divisione dei poteri “auctoritas sacrata pontificium et regalis potestas”. Con Graziano credo che si vogliano armonizzare i due poteri come l’anima armonizzata con il corpo, ma non ho studiato a fondo questa parte quindi non mi addentro in ambiti supposti.
Laura Capozzi

Anonimo ha detto...

Quando papa Gelasio I scrisse che il potere sacro dei vescovi era superiore a quello temporale dei re, aveva il proposito di affermare il primato della chiesa sullo Stato e, in particolare, quello della sede romana su tutte le altre.
Gelasio si serve della specifica competenza dei vescovi in materia di fede, per sostenere che l'imperatore, non avendo uguale competenza ( e dunque non potendo assolutamente intromettersi nelle questioni di fede), deve considerarsi subordinato alla chiesa.
Allora la chiesa romana si sentiva tenuta a rispettare le leggi imperiali solo nella misura in cui l'imperatore ammetteva la propria subordinazione alla volontà pontificia: qualunque affermazione dell'imperatore acquistava un valore solo se egli preventivamente manifestava obbedienza al pontefice.
A mio avviso è da notare che Gelasio, chiedendo ai credenti di obbedire all'imperatore solo in quanto fiduciario della chiesa, poneva le basi dell'uso politico dell'arma della scomunica.

FRANCESCA DI NICOLA

Anonimo ha detto...

Come abbiamo visto durante le ore del seminario con il prinicpio gelasiano,con le decretali pseudo-isidoriane,con il decretum gratiani e poi ancora con il liber extra la Chiesa sanciva e ribadiva il suo potere in confronto a quello imperiale e partecipava attivamente alla formazione di un diritto positivo conferendo, se ritenute idonee, alle varie opere giuridiche,che una dopo l'altra trovavano luce, quell'auctoritas che le avvicinava agli antichi testi di diritto, punti cardine dell'esperienza giuridica riconosciuta come la più adatta a conferire stabilità e universalità.
Naturalmente allo stesso tempo anche l'imperatore aveva premura di definire il "suo" diritto con caratteri generali e di non inferiore portata. Mi chiedevo allora cosa potesse pensare l'uomo medio dell'epoca che si doveva rapportare a questo sistema binario che prevedeva da una parte il diritto canonico e dall'altra quello civile.Abbiamo notizie di manifestazioni di pensiero di gente comune o studiosi dell'epoca discordanti, magari su determinati argomenti, sia con un versante che con l'altro?o abbiamo invece una situazione "ideale" in cui ci si sente a tal punto abbracciati e protetti da queste due forze (chiesa e impero) che qualsiasi impulso a cercare un'ulteriore strada rispetto a quelle proposte era impensabile?

Anonimo ha detto...

Francesca Amendola ... mi sono dimenticata di firmare il post precedente!

Anonimo ha detto...

Salve, mi volevo rivolgere al professor Conte affinchè possa essere accolta la richiesta di modificare le date degli appelli, dato che tutte e tre coincidono esattamente con le date di appello per scienza delle finanze. Inoltre vista la grande vicinanza tra l'esonero del 23 maggio e il primo appello del 6 giugno sarebbe sicuramente più semplice per gli studenti s evenisse posticipato di qualche giorno. Spero che quesste richieste siano accettate al fine di consentire a tutti di programmare meglio la preparazione agli esami. Grazie