E' naturale che si torni a collegarsi al blog quando si avvicinano gli esami e ci si prepara. Dunque ravviviamo un po' la discussione, che si era interrotta dopo settembre.
Benvenuta l'ultima domanda sul concetto di Studium generale, che è stato discusso dagli storici del diritto, perché alcuni ritenevano che questo titolo si desse soltanto alle Università che erano state fondate o legittimate dal papa o dall'imperatore. Invece le ricerche più recenti (Cortese cita Vercelli) dimostrano che "generale" significava che le scuole avevano un curriculum definito, delle regole stabilite e più d'una facoltà. Questo cominciò a verificarsi nel Duecento, dopo che per circa un secolo la struttura degli studi superiori era stata libera, e il rapporto diretto fra un professore e i suoi studenti prevaleva su regole e verifiche istituzionali.
Provate a pensarci: da allora l'insegnamento diventa una funzione istituzionale, e con naturalezza si lega al potere pubblico. Comuni istituiscono università, Federico II progetta il suo Stato con l'Università di Napoli, la prima fondata da un sovrano, il papa riserva all'autorità spirituale (a Bologna l'arcidiacono) il conferimento della laurea.
Oggi è ancora così: i titoli accademici sono "garantiti" da autorità pubbliche, esistono regolamenti molto rigidi per frequentare l'Università, gli Stati controllano l'istruzione superiore. Vi stupisce che questa istituzione medievale sia ancora oggi viva?
1 commento:
professore
vorrei chiarimenti su
consilia,distinctiones,repetiotiones e lecturae??
grazie molte
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