Cari Studenti,
nel corso del seminario di ieri abbiamo discusso dell'Impero e la Chiesa dopo Costantino, cercando di toccare tutti i punti che vi hanno suscitato delle curiosità o semplicemente creato delle difficoltà. Continueremo su questa strada nel prossimo seminario di lunedì 16 (sempre alle 14 nella stanza 248), ma per organizzare al meglio la nostra discussione vi invito ad anticipare le vostre questioni in merito ai "Regni e leggi romano-barbariche: la volgarizzazione del diritto romano" (II capitolo del manuale di Cortese) e a "Giustiniano" (III capitolo del manuale) su questo blog cliccando su "commenti".
Buon lavoro e a lunedì prossimo
9 commenti:
Buongiorno Dott.ssa Di Paolo
sono Livia De Meo. Volevo dirLe che ho esaminato il secondo capitolo del libro del Cortese che ci ha assegnato per il prossimo seminario. Vorrei qui porLe una domanda riguardante una parte del capitolo che non mi è molto chiara.
Dallo studio del secondo capitolo riguardante "Regni e leggi romano barbariche:la volgarizzazione" ho compreso che i diversi regni barbarici come ad esempio i visigori e i burgundi si diedero due complessi normativi precisamente la LEX ROMANA WISIGOTHORUM e la LEX VISIGOTHORUM per quanto riguarda i Visigoti e la LEX ROMANA BURGUNDIONUM e la LEX BURGUNDIONUM per quanto riguarda i Burgundi. Il problema che si pone il Cortese è se si possa fare riferimento all'applicazione del principio della personalità della legge per giustificare la presenza dei due diversi complessi normativi; la cui applicazione è stata pertanto sostenuta dalla prevalente dottrina. La personalità della legge risponderà, soprattutto nel Medioevo carolingio, alla pretesa dei popoli assoggettati di mantenere le proprie usanze ancestrali. Quindi si nota come l'applicazione di questo principio strida in riferimento alle leggi dei popoli barbarici che non erano una raccolta delle consuetudini di quei popoli, ma una volgarizzazione del diritto romano classico. Volgarizzazione per tanto necessaria per far si che tali popoli, la cui società era basata prevalentemente sulla guerra, potessero entrare in contatto con popoli civilizzati come lo erano appunto i Romani. Il Cortese poi per giustificare la presenza di due distinti complessi normativi fa riferimento ad una "valenza territoriale". Da qui in poi le cose non mi sono molte chiare anche con riferimento al paragrafo 6 in cui il Cortese fa riferimento alla LEX MUNDIALIS. Volevo quindi chiederLe se potesse spiegare questa parte del capitolo durante il seminario.
La ringrazio anticipatamente per la sua attenzione.
Cordiali saluti
Livia De Meo
Salve Livia, la ringrazio per la domanda che ha posto; le risponderò senz'altro durante il nostro prossimo incontro.
Buonasera Dott.ssa Di Paolo
sono Livia De Meo. Oggi ho completato anche lo studio del terzo capitolo dedicato a Giustiniano e ho trovato delle piccole difficoltà. Premetto di aver capito con precisione quali siano i maggiori aspetti della politica di Giustiniano: una codificazione che assicurasse la certezza del diritto, restaurazione del potere di Costantinopoli e unificazione della Chiesa cristiana lacerata dall'arianesimo. Di questi progetti l'unico a non essere attuato fu quello religioso. Il progetto codificatorio porta alla compilazione nel 529 del Codice, una delle parti di cui si compone il CORPUS IURIS CIVILIS. Nel 533 vede la luce il Digesto in cui Giustiniano racchiude gli IURA dell'età classica e li trasforma in un corpo legislativo, possiamo dire che in questo modo trasforma gli IURA in LEGES. Prima del completamento del Digesto egli sente il bisogno di creare un manuale a uso della didattica, operando addirittura una riforma nella stessa. Nascono così le Institutiones. Una volta completato il suo progetto codificatorio Giustiniano dà inizio al suo progetto politico cercando di riunificare il territorio della penisola ormai in mano ai popoli barbarici. Progetto che va a buon fine grazie anche all'alleanza con Narsete, imperatore persiano. Riunita quindi la penisola Giustiniano estende la vigenza della sua compilazione a tutta l'Italia. Il Cortese si chiede quindi come abbia potuto tale Corpus iuris civilis sostituirsi al Codice teodosiano e addirittura a soppiantarlo. E' proprio riguardo a tale argomento che non mi sono chiari i passaggi successivi riportati dal Cortese in relazione alle "sopravvivenze teodosiane", in particolar modo facendo riferimento alla STIPULATIO e alla MANCIPATIO.
La ringrazio come sempre per la sua gentile attenzione
Cordiali saluti
Livia De Meo
Molto bene, Livia: parleremo certamente anche di questo. Intanto la ringrazio e le auguro buono studio
Salve dottoressa sono sempre Alessio Bizzarro.
Le volevo chiedere se mantengo il voto dello scritto fino per tutta la sessione estiva o solo per il primo appello.
Le faccio tale domanda perchè avendo altri due esami abbastanza grandi non so a quale appello sostenere l'orale di medievale.
La ringrazio arrivederci
Buona sera Dott.ssa Di Paolo,
sono Giampaolo Felli. Le scrivo per chiederle: facendo (e superando, ma se non lo si supera si deve saltare un appello vero?)l'esonero sui primi 11 capitoli del Cortese, o a metà aprile (se ci sarà), o a giugno, si può non fare subito l'orale, ma mantenere il voto dello scritto, e fare l'esame ad un appello o sessione successiva? E se si viene (si spera di no) bocciati all'orale, si mantiene il voto dello scritto?E si deve saltare un appello? Inoltre penso sia opportuno (visto il poco tempo a disposizione, e come lei del resto ha fatto nella prima lezione riguardo il primo capitolo), che si mettano in luce, il lunedì, quelli che sono i contenuti più importanti dei vari capitoli, che saranno poi oggetto di verifica.
La ringrazio per la sua attenzione, Giampaolo Felli
Salve Alessio,
può mantenere il voto per tutta la sessione estiva, ma se dovesse non passare l'esame orale o rifiutare il voto, perderà il voto dello scritto.
La ringrazio
arrivederci
Alessio
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