lunedì 2 maggio 2011

Seminario 3 maggio

Cari Studenti,

domani il nostro incontro per discutere del ruolo del diritto canonico nel sistema del diritto comune avrà luogo in aula 5.

6 commenti:

nunzia laino ha detto...

Leggendo il Dictatus papae alcuni punto mi sono rimasti particolarmente impressi. Tra quelli analizzati a lezione,il n. 3 "egli soltanto può deporre o assolvere i Vescovi",è a mio parere,un'affermazione importante,DEPORRE è grave,il Vescovo ha un fondamento divino!; n.7 "solo il papa può stabilire,nuove leggi,fondare nuove diocesi..",quindi tutto dentro la Chiesa!;n.19 "egli non può essere giudicato da nessuno"; n.22 "la Chiesa romana non hai mai errato e,non potrà mai errare"; n.26 "Chi non concorda con la Chiesa romana non è conciderato cattolico",questo secondo me,non è giusto,una cosa è la fede,un'altra il modo di comportarsi delle persone. In questo documento si afferma il potere del pontefice sull'impero e sugli imperatori,n. 8 "solo il papa può usare le insegne imperiali", n.12 "gli è consentito di deporre gli imperatori".

Anonimo ha detto...

Per quanto mi riguarda sottolineo i seguenti punti:
n.9 "solo al Papa tutti i principi debbano baciare i piedi"
n.12 "ad Egli è permesso di deporre gli imperatori"
n.18 "una Sua sentenza non possa essere riformata da alcuno; al contrario, Egli può riformare qualsiasi sentenza emanata da altri"
n.19 "Egli non possa essere giudicato da alcuno"
n.27 "Egli possa liberare i sudditi dall'obbligo di obbedienza ai principi che hanno imposto il loro potere con la forza"
Tutte queste affermazioni secondo me si ricollegano particolarmente a quel punto n.8 che abbiamo trattato a lezione,ovvero "egli solo può usare le insegne imperiali".Risulta evidente infatti che il rapporto tra la sfera spirituale e quella temporale ai tempi di Gregorio VII si sta sempre più intrecciando e infittendo,tanto da portare lo stesso papa a elevarsi a un piano superiore rispetto alla posizione dell'imperatore e a influenzare direttamente o meno in modo costante le scelte di quest'ultimo. Le decisioni del papa diventano quindi un "faro",un punto di riferimento inevitabile per la realtà sociale e politica di quel tempo e cercano di ribadire l'assoluta supremazia papale, contravvenendo così al principio alto-medievale del bilanciamento fra potere religioso e potere civile che invece prevedeva l'equilibrio tra la potestas dell'imperium e l'auctoritas della Chiesa.

Francesca Amendola.

Anonimo ha detto...

Nella lettura del testo mi sono soffermata sui seguenti punti:

8. Che Egli solo può usare le insegne imperiali.
9.Che solo al Papa tutti i principi devono baciare i piedi.
12. Che ad Egli è permesso di deporre gli imperatori.
27.Che Egli possa liberare i sudditi dall'obbligo di obbedienza ai principi che hanno imposto il loro potere con la forza.

il “Dictatus Papae” afferma che, se ci si chiede qual è il potere più elevato ed eminente in Terra, la risposta è chiara! Il Papa è sempre un gradino sopra; l’Imperatore, un gradino sotto, e ancora al di sotto dell’Imperatore stanno tutti i re e sovrani della sfera temporale. È certo che nella concezione di Gregorio VII dei due poteri il Papa ha un primato e una posizione centrale.


17. Che un testo può essere dichiarato canonico solamente sotto la Sua autorità.
18. Che una Sua sentenza non possa essere riformata da alcuno; al contrario, Egli può riformare qualsiasi sentenza emanata da altri.
19. Che Egli non possa essere giudicato da alcuno.

Dunque la supremazia della Chiesa è ben ribadita anche sul piano legislativo. Infatti possiamo leggere:

22. Che la Chiesa Romana non ha mai errato; né, secondo la testimonianza delle Scritture, mai errerà per l'eternità.

Gregorio VII vuole evidenziare l'infallibilità della Chiesa, l'insindacabilità del Pontefice e la sua superiorità su ogni altra autorità terrena.
Il Papa rivendica così il diritto di esercitare un’influenza decisiva sul Sacro Romano Impero.



FRANCESCA DI NICOLA, 424823

Anonimo ha detto...

A me personalmente ha colpito innanzitutto la struttura del Dictatus Papae: Si tratta di enunciazioni brevi ma concise di forti contenuti. Credo che non sia un caso che tale documento si apra con quest'affermazione: «Quod Romana ecclesia a solo Domino sit fundata.» . Quale miglior frase per giustificare le successive enunciazioni da cui trarre la supremazia papale non solo sulla struttura ecclesiastica ma anche sull'impero e sull'imperatore? la chiesa è fondata da Dio quindi, in un certo modo e di conseguenza, ogni iniziativa del Papa, essendo Dio "buono e giusto" non può che essere giusta.
Ad evidenziare ancora di più il pensiero del papa Gregorio VII ho trovato questa sua affermazione tratta dall'Adversus Simoniacos III: « Come l'anima domina il corpo e gli comanda, così la dignità sacerdotale è superiore a quella regia come il cielo e la terra. Perché tutto ciò sia in ordine, il sacerdote deve, come l'anima, stabilire ciò che bisogna fare; il regno poi, come la testa comanderà a tutte le membra e le dirigerà dove occorre. perciò i re devono seguire gli ecclesiastici e adoperarsi a vantaggio della Chiesa e della patria. Un potere ammaestrerà il popolo e l'altro lo dirigerà » .
I punti che segnano la supremazia in ambito ecclesiastico che vorrei citare sono:
3. Che Egli solo può deporre o ristabilire i Vescovi.
7. Che a lui solo è lecito promulgare nuove leggi in rapporto alle necessità del tempo, fare nuove congregazioni rendere abbazia una canonica e viceversa, dividere un episcopato ricco e unire quelli poveri.
in tale enunciato emerge il potere legislativo-amministrativo del papa.
19. Che nessuno lo può giudicare.
si evince così il potere giurisdizionale del papa: papa come una sorta di giudice supremo.
22. Che la Chiesa Romana non errò e non errerà mai e ciò secondo la testimonianza delle Sacre Scritture.
in questo punto è sottolineata l'infallibilità della Chiesa quale diretta interprete della Sacra Scrittura che è la parola di Dio, parla di Dio, rivela i misteri divini come il Verbo Incarnato. S. Giovanni incomincia il suo Vangelo proprio con queste parole: "In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio".

In questo documento inoltre viene affermata per la prima volta la superiorità del potere del pontefice sull'imperatore:
8. Che lui SOLO può usare le insegne imperiali. ( mentre nel Constitutum Costantini tale prerogativa esclusiva del papa non risultava )
9. Che tutti i principi devono baciare i piedi soltanto al Papa.
A mio avviso, l'uso di baciare i piedi del Papa, richiama un pò il bacio dell'anello introdotto da Diocleziano, il quale a sua volta è influenzato da quelle pratiche orientali tutte tese a dare un'aura di idealità e sacertà e perciò di vicinanza a Dio.
12. Che gli è lecito deporre l'imperatore.
questa prerogativa papale è tutta conseguenza dell'affermazione che è l'anima ad essere superiore al corpo come il cielo alla terra, la dignità sacerdotale a quella regia.
27. Che il Pontefice può sciogliere i sudditi dalla fedeltà verso gli iniqui.

è chiaro dunque come venga, in tal modo, rotto quell'equilibrio dualista dell'impostazione gelasiana che vedeva la divisione delle competenze tra poteri spiriuale e temporale e ci si avvia alla teocrazia come sistema di governo in cui il potere politico deriva direttamente da Dio e perciò puo essere esercitato da uomini che Dio ha investiti dell'autorità religiosa (sacerdoti).

Laura Capozzi

Anonimo ha detto...

La superiorità del Papa sull'imperatore è riflessa concretamente nella realtà del tempo: l'imperatore Enrico IV, dopo la pubblicazione del Dictatus Papae convoca il concilio di Worms e rivolge un manifesto polemico nei confronti del papa Gregorio VII considerato da lui "non un papa ma un falso monaco" che aveva usurpato la cattedra apostolica. Enrico IV rivendica la separazione dei due poteri e le antiche prerogative cesaropapiste.
il papa risponde riunendo un sinodo di vescovi lombardi e lanciando una scomunica all'imperatore.
in breve, Enrico IV preoccupato della propria sorte si vede costretto a farsi assolvere dal papa. Giunge dunque in Italia. il papa, alla notizia inaspettata dell'arrivo dell'imperatore, si rifugia nel castello di Canossa sotto la protezione della contessa Matilde. il 25 gennaio del 1077 Enrico IV con una piccola scorta va ad implorare dal papa l'assoluzione nelle forme canoniche.
Nel XIV sec. il pittore italiano Federico Zuccari ha raffigurato l'episodio di assoluzione dell'imperaore da parte di papa Gregorio VII: Enrico, inchinato ai piedi del papa si mostra come un penitente, scalzo e vestito di saio dopo che per tre volte in altrettanti giorni aveva bussato alla porta del castello. Gregorio VII invece, per esaltare la sua grandezza morale, siede su una sorta di trono, quasi come se fosse un imperatore (a sottolineare il suo carattere umano) e con un semplice gesto, quasi come se avesse una bacchetta magica (aspetto che al contrario evidenzia la sua natura trascendentale), assolve finalmente il povero Enrico IV!
non sapevo come mettere l'immagine.
queste sono le mie osservazioni. attendo correzioni e ulteriori suggerimenti!

Laura Capozzi

Anonimo ha detto...

I punti del Dictatus Papae che mi hanno colpito maggiormente sono :
il 3 “Che egli può deporre o riammettere i vescovi”;
il 12: “Che egli può deporre gli imperatori” (portando dunque il potere papale ad un livello superiore rispetto sa quello imperiale);
il 5: “Che il Papa può deporre gli assenti” (negando quindi la possibilità di autodifesa dell‘assente);
Il 22: “Che la Chiesa romana non ha mai errato, né, secondo la testimonianza delle Scritture, mai errerà per l‘eternità” (con questo punto si rende la chiesa, la quale è composta da uomini, infallibile in tutte le sue azioni)
Inoltre un punto particolarmente interessante è il punto 8 : “Che EGLI SOLO può usare le insegne imperiali”, confrontando questo punto con il punto 14 e soprattutto il punto 15 della Donazione di Costantino (“Vogliamo che tutti i reverendissimi sacerdoti, che servono la medesima santissima Chiesa Romana nei loro vari gradi, abbiano la distinzione, potestà e preminenza di cui gloriosamente si adorna il nostro illustre senato, che diventino cioè patrizi e consoli e siano insigniti di tutte le altre dignità imperiali.
Decretiamo che il clero della santa Romana Chiesa sia ornato come l’esercito imperiale. E come la potenza imperiale si circonda di ufficiali, ciambellani, servitori e guardie d’ogni genere, così vogliamo che anche la Santa Romana Chiesa ne sia adornata. E perché magnificamente rifulga l’onore del pontefice, decretiamo anche questo, che il clero della Santa Romana Chiesa adorni i suoi cavalli con finimenti e gualdrappe di candidissimo lino e così cavalchi. E come i nostri senatori portano calzature di pelo di capra, bianche, così le portino anche i sacerdoti, perché le cose terrene siano adorne come le celesti, a gloria di Dio.”), possiamo notare che Chiesa e Impero, messe sullo stesso piano da Costantino, con il Dictatus Papae ( come si è visto con il punto 12), vengono posti su piani diversi: il Dictatus Papae mette, infatti , l’imperatore in un piano inferiore.

MARTINA DEL PRIORE, 436931