Francesca ha chiesto di capire meglio l'accenno di Cortese a pagina 48 sulla prefigurazione visigotica del diritto comune. Roberto ha chiesto di chiarire meglio il dualismo medievale nella lezione di lunedì.
Lo farò, anche perché non abbiamo finito di occuparci della volgarizzazione del diritto, che in gran parte si capisce proprio tenendo presente questo sdoppiamento fra una realtà concreta, a volte molto dura e difficile, e un mondo ideale, dove si conservano i principi di universalità che erano stati dell'Impero romano.
Intanto però mi rendo conto che rispondere da solo a tutti sarebbe difficile.
Perciò propongo a voi di dare le risposte a Francesca e Roberto, e anche all'altra domanda di Roberto sulla conversione di Costantino alll'arianesimo.
Siccome non si fa niente per niente (tranne questo blog...), metto in palio un premio per le migliori risposte: riceveranno un punto Irnerius. Chi totalizzerà più punti Irnerius avrà, alla fine del corso, una sorpresa.
2 commenti:
...totalizziamo i punti Irnerius!!!
Provo a raccogliere il suo invito.
Costantino e l'arianesimo.
Sappiamo che Costantino si convertì gradualmente poichè non ripudiò il vecchio credo completamente. Oscillò , se così si può dire, tra il culto del Sole, il cui simbolo fu scolpito sulle monete e a cui dedicò un arco di trionfo, e le due versioni di cristianesimo allora prevalenti : cattolicesimo e arianesimo.
Creò nuovi istituti nella vita della Chiesa : l’episcopalis audientia, la manumissio inter ecclesia e la capacità di ricevere eredità e legati. Per quanto riguarda il culto del Sole ( che come sopradetto Costantino non abbandonò) egli istitutì la festività del dies soli, che solo nel futuro si trasformerà nella dies dominica.
Tutto questo per argomentare l’ambiguità religiosa dell’imperatore che rivoluzionò lo stato romano.
Colui da cui cominciò la storia del millenario Impero cristiano bizantino cercò di creare una Chiesa unita e allo stesso tempo indipendente dallo Stato e per farlo, da non battezzato, indisse diversi concili.
Il concilio di Nicea del 325 fu il primo ecumenico ( a rappresentanza universale), a conferma della volontà unificatrice , e si occupò di risolvere la questione dell’eresia ariana.
Nonostante la condanna della dottrina di Ario e la conseguente enunciazione del primo dogma della Chiesa Cristiana Costantino non era affatto sicuro di potersi definire cattolico. L’arianesimo, infatti, conobbe una grande diffusione fra i popoli germanici, specialmente Goti, Vandali e Longobardi, e furono ariani anche gli imperatori Costanzo II, Valente e il generale Stilicone, inoltre questa dottrina, come spiegato dal professor Conte, era sicuramente più accondiscendente nei confronti del potere imperiale.
Sarà infine un vescovo ariano, Eusebio di Nicomedia, a battezzare in punto di morte Costantino. Il quale dunque, nonostante esplicite dichiarazioni, non era cristiano prima di farsi ariano (come saranno altri imperatori, Costanzo, Valente) e apparirà, come disse S. Gerolamo, come un eretico. Lo stesso Eusebio racconta la vicenda ( “ Storia di Costantino” ) narrando che giunta la sua ultima ora Costantino disse “ Bando alle ambiguità, battezzami” e poiché Eusebio era vescovo ariano egli morì da eretico. Aggiungo che era comune a quel tempo posporre il battesimo alla conclusione della propria vita.
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