martedì 20 maggio 2008

Dei delitti e delle pene



Per riflettere sulle grandi rivoluzioni promosse dai sovrani illuminati nel '700: tra cui quella del diritto penale, così come concepita da Cesare Beccaria.

14 commenti:

Anonimo ha detto...

buon pomeriggio dottoressa Di Paolo volevo sapere cortesemente come ci si prenota all'esonero del 4 giugno...io sono frequentante ma purtroppo il giorno che è stato fatto l' esonero per problemi non sono potuta venire. La ringrazio
matricola 400604

Futura ha detto...

salve Dottoressa, volevo dirLe che ho provato a rispondere alla domanda che mi aveva posto sul post "chiudiamo la discussione". Vorrei la sua opinione quando può... Grazie

Dott.ssa Silvia Di Paolo ha detto...

Brava Futura! se questa fosse una domanda d'esame (e potrebbe esserlo!), le chiederei di aggiungere qualcosa sulla storicizzazione attuata dagli Umanisti. Ma ho capito che le è chiara perciò non si preoccupi di rispondermi qui, a meno che non lo reputi utile ai fini di un ripasso.
Rispetto a marzo, credo che sia molto migliorata nell'esposizione dei concetti. Ne sono lieta.

Dott.ssa Silvia Di Paolo ha detto...

Quanto alla prenotazione alla prova del 4 giugno, rinvio al post lasciato ieri. L'iscrizione avviene on line.

Ma.Martyina ha detto...

salve a tutti,
è molto bella questa raffigurazione che fa riferimento all opera di cesare beccaria "dei delitti e delle pene ". Mi colpisce l espressione della donna, che credo impersoni il diritto o la giurisprudenza, che rifiuta senza riserve la crudeltà che l uomo le presenta, la pena di morte . Voi notate una vena di giusnaturalismo? forse l uomo rappresenta la violenza insita nell umanità e che scatta al momento del bisogno di difendersi dai " delinquenti ", l'homo lupus??? e la giustizia, o il diritto che da un freno a quest istinto dell uomo?

paola ha detto...

Con quest’opera C. Beccaria più che proporre uno schema tecnico per una nuova legislazione penale raccoglie riflessioni generate dall’ imporsi della cultura illuministica in un contesto storico-filosofico ricco di tensioni e contrasti.
E’ in questo periodo storico infatti che la civiltà europea matura una definitiva presa di coscienza di fronte alla questione della giurisdizione penale.
La grande novità dell’opera di Beccaria sta nell’aver rovesciato la prospettiva dell’indagine sulla legittimità dell’azione di uno Stato.
Fino all’Illuminismo lo Stato era preminente e la sua azione assolutamente e sempre legittima, per cui gli uomini abitanti sul territorio di quello Stato erano semplicemente sudditi senza "volontà politica" e senza "capacità decisionale" perché privi di diritto. Questo permetteva al sovrano di poter dire: "lo Stato sono io" o "la legge sono io", e di fronte a lui null’altro poteva esistere se non la sottomissione cieca e passiva di tutte le altre persone.
La prospettiva si sposta dal sovrano alla sovranità che è l’insieme di tutte le piccole porzioni di libertà cedute dagli individui, che non sono più sudditi passivi, ma cittadini protagonisti del vita della collettività e che hanno nelle mani "un diritto" che proviene proprio dalla cessione di una porzione della propria libertà.
In questo senso il libro di Beccaria rappresentava una novità assoluta e una pericolosità elevata per il potere costituito sia religioso che politico .Ponendosi infatti al di sopra "dei pregiudizi e dei tradizionali rispetti" l'opera metteva in discussione il principio stesso della legittimità del potere assoluto dei sovrani.
Con questo libro Beccaria, proponendo il suo punto di vista interprete delle idee illuministiche, ha potuto diffondere un nuovo pensiero nell’Italia del Settecento, riuscendo di conseguenza ad influenzare le mentalità del suo periodo oltre che a riscuotere un notevole successo tra il pubblico, non solo in Italia, ma in tutta Europa.

paola ha detto...

ceroco di spiegare l'immagine attraverso le parole dello stesso Beccaria"la pena di morte diviene uno spettacolo per la maggior parte e un oggetto di compassione mista di sdegno per alcuni; ambidue questi sentimenti occupano piu' l'animo degli spettatori che non il salutare terrore che la legge pretende inspirare […]".
Il risultato dei suoi ragionamenti mostra l'inutilità delle pene che venivano usate rispetto allo scopo perseguito: una pena di grande intensità può essere presto dimenticabile ed il delinquente può essere in grado di godere dei frutti del suo misfatto. Al contrario, una pena duratura impedirebbe a chi compie un crimine di godere dei frutti del suo reato e nonostante non sia intensa viene più facilmente ricordata. Beccaria propone quindi la detenzione in carcere per i colpevoli.Il fine delle pene non deve quindi essere afflittivo o vendicativo ma rieducativo, in perfetto spirito illuminista....

Anonimo ha detto...

Salve ragazzi vorrei sapere se qualcuno è riuscito a prenotarsi per l'esonero del4 Giugno..Ci provo in continuazione ma non ci riesco..sono disperata..se qualcuno sarebbe così gentile da dirmi come ha fatto...GRAZIE GRAZIE

Unknown ha detto...

buongiorno a tutti!per l'anonimo che ha trovato difficolta' nel prenotarsi all'esonero del 4 giugno: io sono appena andata sul sito http://prenota.uniroma3.it e ho cercato l'appello di medioevale prova scritta del pofessore conte e mi sono segnata all'esonero! se ci sei andata ieri non ci sei riuscita semplicemente perche' ancora non era stata inserita su internet la prova scritta! se vai a vedere ora l'hanno inserita e infatti gia' si sono iscritte 9 persone! spero di esserti stata utile!
ciao!

Anonimo ha detto...

grazie chiara...finalmente sono riuiscita anche io a prenotarmi

Anonimo ha detto...

ciao ragazzi!!
qualcuno mi può aiutare con gli appunti di oggi??
grazie!!
Giacomo

Anonimo ha detto...

scusate ragazzi, so che sto chiedendo molto, ma purtroppo non sono potuta venire alle lezioni del 12, 14 e 19 maggio... trovo il libro del Birocchi un pò complicato, quindi vi chiedo se qualcuno mi può aiutare con gli appunti,(anche ai fini di ripasso) o almeno dirmi di cosa si è parlato così forse riuscirò ad andare avanti con lo studio... sto bloccata su certi pezzi che mi stanno a fà uscì pazza;-)
comunque ringrazio tutti!!
CIAO
CHIARA

Anonimo ha detto...

Buon pomeriggio a tutti oggi non sono potuta venire a lezione perchè sono influenzata,volevo sapere se qualcuno poteva riassumermi ciò che è stato trattato oggi 21/05/08.
Grazie mille inanticipo.
Stefania Brigante 404666

Unknown ha detto...

Salve.. mi imbuco in questo blog e dico la mia se posso.. ho una riflessione da fare.
Gli umanisti che hanno conosciuto l'esperienza carceraria hanno prodotto le migliori opere proprio durante il regime detentivo. Vedi pufendorf o anche Grozio ( anche se la sua "de iure belli ad pacis" è stata scritta durante l'evasione dal carcere quando si rifugia a Parigi).. ecco vorrei dire che riflettendo su questo mi ricollego al pensiero Beccariano in ordine alle pene. Le pene detentive sono quelle più efficaci per evitare di compiere i reati. Quindi rifacendo i al pensiero Beccariano si può sostenere che ai suddetti giuristi umanisti il carcere abbia influenzato positivamente le loro opere? Secondo voi è una riflessione corretta la mia?
Grazie a chi volesse rispondere e approfondire l'argomento.