lunedì 19 maggio 2008

La figura dell'Azzecca-garbugli. Lo stato delle fonti: giustizia e opinioni dei dottori



Solo un'immagine famosa per riflettere sullo stato delle fonti e "la ricerca dell'ordine" di cui vi parlano le pagine di Italo Birocchi.

9 commenti:

Unknown ha detto...
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400710 ha detto...

I PROMESSI SPOSI CAP.III
[...]
Giunto al borgo, domandò dell'abitazione del dottore; gli fu indicata, e v'andò. All'entrare, si sentì preso da quella suggezione che i poverelli illetterati provano in vicinanza d'un signore e d'un dotto, e dimenticò tutti i discorsi che aveva preparati; ma diede un'occhiata ai capponi, e si rincorò. Entrato in cucina, domandò alla serva se si poteva parlare al signor dottore. Adocchiò essa le bestie, e, come avvezza a somiglianti doni, mise loro le mani addosso, quantunque Renzo andasse tirando indietro, perché voleva che il dottore vedesse e sapesse ch'egli portava qualche cosa. Capitò appunto mentre la donna diceva: - date qui, e andate innanzi -. Renzo fece un grande inchino: il dottore l'accolse umanamente, con un - venite, figliuolo, - e lo fece entrar con sé nello studio. Era questo uno stanzone , su tre pareti del quale eran distribuiti i ritratti de' dodici Cesari; la quarta, coperta da un grande scaffale di libri vecchi e polverosi: nel mezzo, una tavola gremita d'allegazioni, di suppliche, di libelli, di gride, con tre o quattro seggiole all'intorno, e da una parte un seggiolone a braccioli, con una spalliera alta e quadrata, terminata agli angoli da due ornamenti di legno, che s'alzavano a foggia di corna, coperta di vacchetta, con grosse borchie, alcune delle quali, cadute da gran tempo, lasciavano in libertà gli angoli della copertura, che s'accartocciava qua e là. Il dottore era in veste da camera, cioè coperto d'una toga ormai consunta, che gli aveva servito, molt'anni addietro, per perorare, ne' giorni d'apparato, quando andava a Milano, per qualche causa d'importanza. Chiuse l'uscio, e fece animo al giovine, con queste parole: - figliuolo, ditemi il vostro caso.
- Vorrei dirle una parola in confidenza.
- Son qui, - rispose il dottore: - parlate -. E s'accomodò sul seggiolone. Renzo, ritto davanti alla tavola, con una mano nel cocuzzolo del cappello, che faceva girar con l'altra, ricominciò: - vorrei sapere da lei che ha studiato...
- Ditemi il fatto come sta, - interruppe il dottore.
- Lei m'ha da scusare: noi altri poveri non sappiamo parlar bene. Vorrei dunque sapere...
- Benedetta gente! siete tutti così: in vece di raccontar il fatto, volete interrogare, perché avete già i vostri disegni in testa.
- Mi scusi, signor dottore. Vorrei sapere se, a minacciare un curato, perché non faccia un matrimonio, c'è penale.
«Ho capito», disse tra sé il dottore, che in verità non aveva capito. «Ho capito». E subito si fece serio, ma d'una serietà mista di compassione e di premura; strinse fortemente le labbra, facendone uscire un suono inarticolato che accennava un sentimento, espresso poi più chiaramente nelle sue prime parole. - Caso serio, figliuolo; caso contemplato. Avete fatto bene a venir da me. E' un caso chiaro, contemplato in cento gride, e... appunto, in una dell'anno scorso, dell'attuale signor governatore. Ora vi fo vedere, e toccar con mano.
Così dicendo, s'alzò dal suo seggiolone, e cacciò le mani in quel caos di carte, rimescolandole dal sotto in su, come se mettesse grano in uno staio.
- Dov'è ora? Vien fuori, vien fuori. Bisogna aver tante cose alle mani! Ma la dev'esser qui sicuro, perché è una grida d'importanza. Ah! ecco, ecco -. La prese, la spiegò, guardò alla data, e, fatto un viso ancor più serio, esclamò: - il 15 d'ottobre 1627! Sicuro; è dell'anno passato: grida fresca; son quelle che fanno più paura. Sapete leggere, figliuolo?
- Un pochino, signor dottore.
- Bene, venitemi dietro con l'occhio, e vedrete. E, tenendo la grida sciorinata in aria, cominciò a leggere, borbottando a precipizio in alcuni passi, e fermandosi distintamente, con grand'espressione, sopra alcuni altri, secondo il bisogno:
- Se bene, per la grida pubblicata d'ordine del signor Duca di Feria ai 14 di dicembre 1620, et confirmata dall'lllustriss. et Eccellentiss. Signore il Signor Gonzalo Fernandez de Cordova, eccetera, fu con rimedii straordinarii e rigorosi provvisto alle oppressioni, concussioni et atti tirannici che alcuni ardiscono di commettere contro questi Vassalli tanto divoti di S. M., ad ogni modo la frequenza degli eccessi, e la malitia, eccetera, è cresciuta a segno, che ha posto in necessità l'Eccell. Sua, eccetera. Onde, col parere del Senato et di una Giunta, eccetera, ha risoluto che si pubblichi la presente.
- E cominciando dagli atti tirannici, mostrando l'esperienza che molti, così nelle Città, come nelle Ville... sentite? di questo Stato, con tirannide esercitano concussioni et opprimono i più deboli in varii modi, come in operare che si facciano contratti violenti di compre, d'affitti... eccetera: dove sei? ah! ecco; sentite: che seguano o non seguano matrimonii. Eh?
E' il mio caso, - disse Renzo.
- Sentite, sentite, c'è ben altro; e poi vedremo la pena. Si testifichi, o non si testifichi; che uno si parta dal luogo dove abita, eccetera; che quello paghi un debito; quell'altro non lo molesti, quello vada al suo molino: tutto questo non ha che far con noi. Ah ci siamo: quel prete non faccia quello che è obbligato per l'uficio suo, o faccia cose che non gli toccano. Eh?

400710 ha detto...

- Pare che abbian fatta la grida apposta per me.
- Eh? non è vero? sentite, sentite: et altre simili violenze, quali seguono da feudatarii, nobili, mediocri, vili, et plebei. Non se ne scappa: ci son tutti: è come la valle di Giosafat. Sentite ora la pena. Tutte queste et altre simili male attioni, benché siano proibite, nondimeno, convenendo metter mano a maggior rigore, S. E., per la presente, non derogando, eccetera, ordina e comanda che contra li contravventori in qualsivoglia dei suddetti capi, o altro simile, si proceda da tutti li giudici ordinarii di questo Stato a pena pecuniaria e corporale, ancora di relegatione o di galera, e fino alla morte... una piccola bagattella! all'arbitrio dell'Eccellenza Sua, o del Senato, secondo la qualità dei casi, persone e circostanze. E questo ir-re-mis-si-bil-mente e con ogni rigore, eccetera. Ce n'è della roba, eh? E vedete qui le sottoscrizioni: Gonzalo Fernandez de Cordova; e più in giù: Platonus; e qui ancora: Vidit Ferrer: non ci manca niente.
Mentre il dottore leggeva, Renzo gli andava dietro lentamente con l'occhio, cercando di cavar il costrutto chiaro, e di mirar proprio quelle sacrosante parole, che gli parevano dover esser il suo aiuto. Il dottore, vedendo il nuovo cliente più attento che atterrito, si maravigliava. «Che sia matricolato costui», pensava tra sé. - Ah! ah! - gli disse poi: - vi siete però fatto tagliare il ciuffo. Avete avuto prudenza: però, volendo mettervi nelle mie mani, non faceva bisogno. Il caso è serio; ma voi non sapete quel che mi basti l'animo di fare, in un'occasione.
Per intender quest'uscita del dottore, bisogna sapere, o rammentarsi che, a quel tempo, i bravi di mestiere, e i facinorosi d'ogni genere, usavan portare un lungo ciuffo, che si tiravan poi sul volto, come una visiera, all'atto d'affrontar qualcheduno, ne' casi in cui stimasser necessario di travisarsi, e l'impresa fosse di quelle, che richiedevano nello stesso tempo forza e prudenza. Le gride non erano state in silenzio su questa moda. Comanda Sua Eccellenza (il marchese de la Hynojosa) che chi porterà i capelli di tal lunghezza che coprano il fronte fino alli cigli esclusivamente, ovvero porterà la trezza, o avanti o dopo le orecchie, incorra la pena di trecento scudi; et in caso d'inhabilità, di tre anni di galera, per la prima volta, e per la seconda, oltre la suddetta, maggiore ancora, pecuniaria et corporale, all'arbitrio di Sua Eccellenza.
Permette però che, per occasione di trovarsi alcuno calvo, o per altra ragionevole causa di segnale o ferita, possano quelli tali, per maggior decoro e sanità loro, portare i capelli tanto lunghi, quanto sia bisogno per coprire simili mancamenti e niente di più; avvertendo bene a non eccedere il dovere e pura necessità, per (non) incorrere nella pena agli altri contraffacienti imposta.
E parimente comanda a' barbieri, sotto pena di cento scudi o di tre tratti di corda da esser dati loro in pubblico, et maggiore anco corporale, all'arbitrio come sopra, che non lascino a quelli che toseranno, sorte alcuna di dette trezze, zuffi, rizzi, né capelli più lunghi dell'ordinario, così nella fronte come dalle bande, e dopo le orecchie, ma che siano tutti uguali, come sopra, salvo nel caso dei calvi, o altri difettosi, come si è detto. Il ciuffo era dunque quasi una parte dell'armatura, e un distintivo de' bravacci e degli scapestrati; i quali poi da ciò vennero comunemente chiamati ciuffi. Questo termine è rimasto e vive tuttavia, con significazione più mitigata, nel dialetto: e non ci sarà forse nessuno de' nostri lettori milanesi, che non si rammenti d'aver sentito, nella sua fanciullezza, o i parenti, o il maestro, o qualche amico di casa, o qualche persona di servizio, dir di lui: è un ciuffo, è un ciuffetto.
- In verità, da povero figliuolo, - rispose Renzo, - io non ho mai portato ciuffo in vita mia.
- Non facciam niente, - rispose il dottore, scotendo il capo, con un sorriso, tra malizioso e impaziente. - Se non avete fede in me, non facciam niente. Chi dice le bugie al dottore, vedete figliuolo, è uno sciocco che dirà la verità al giudice. All'avvocato bisogna raccontar le cose chiare: a noi tocca poi a imbrogliarle. Se volete ch'io v'aiuti, bisogna dirmi tutto, dall'a fino alla zeta, col cuore in mano, come al confessore. Dovete nominarmi la persona da cui avete avuto il mandato: sarà naturalmente persona di riguardo; e, in questo caso, io anderò da lui, a fare un atto di dovere. Non gli dirò, vedete, ch'io sappia da voi, che v'ha mandato lui: fidatevi. Gli dirò che vengo ad implorar la sua protezione, per un povero giovine calunniato. E con lui prenderò i concerti opportuni, per finir l'affare lodevolmente. Capite bene che, salvando sé, salverà anche voi. Se poi la scappata fosse tutta vostra, via, non mi ritiro: ho cavato altri da peggio imbrogli... Purché non abbiate offeso persona di riguardo, intendiamoci, m'impegno a togliervi d'impiccio: con un po' di spesa, intendiamoci. Dovete dirmi chi sia l'offeso, come si dice: e, secondo la condizione, la qualità e l'umore dell'amico, si vedrà se convenga più di tenerlo a segno con le protezioni, o trovar qualche modo d'attaccarlo noi in criminale, e mettergli una pulce nell'orecchio; perché, vedete, a saper ben maneggiare le gride, nessuno è reo, e nessuno è innocente. In quanto al curato, se è persona di giudizio, se ne starà zitto; se fosse una testolina, c'è rimedio anche per quelle. D'ogni intrigo si può uscire; ma ci vuole un uomo: e il vostro caso è serio, vi dico, serio: la grida canta chiaro; e se la cosa si deve decider tra la giustizia e voi, così a quattr'occhi, state fresco. Io vi parlo da amico: le scappate bisogna pagarle: se volete passarvela liscia, danari e sincerità, fidarvi di chi vi vuol bene, ubbidire, far tutto quello che vi sarà suggerito.

400710 ha detto...

Mentre il dottore mandava fuori tutte queste parole, Renzo lo stava guardando con un'attenzione estatica, come un materialone sta sulla piazza guardando al giocator di bussolotti, che, dopo essersi cacciata in bocca stoppa e stoppa e stoppa, ne cava nastro e nastro e nastro, che non finisce mai. Quand'ebbe però capito bene cosa il dottore volesse dire, e quale equivoco avesse preso, gli troncò il nastro in bocca, dicendo: - oh! signor dottore, come l'ha intesa? l'è proprio tutta al rovescio. Io non ho minacciato nessuno; io non fo di queste cose, io: e domandi pure a tutto il mio comune, che sentirà che non ho mai avuto che fare con la giustizia. La bricconeria l'hanno fatta a me; e vengo da lei per sapere come ho da fare per ottener giustizia; e son ben contento d'aver visto quella grida.
- Diavolo! - esclamò il dottore, spalancando gli occhi. - Che pasticci mi fate? Tant'è; siete tutti così: possibile che non sappiate dirle chiare le cose?
- Ma mi scusi; lei non m'ha dato tempo: ora le racconterò la cosa, com'è. Sappia dunque ch'io dovevo sposare oggi, - e qui la voce di Renzo si commosse, - dovevo sposare oggi una giovine, alla quale discorrevo, fin da quest'estate; e oggi, come le dico, era il giorno stabilito col signor curato, e s'era disposto ogni cosa. Ecco che il signor curato comincia a cavar fuori certe scuse... basta, per non tediarla, io l'ho fatto parlar chiaro, com'era giusto; e lui m'ha confessato che gli era stato proibito, pena la vita, di far questo matrimonio. Quel prepotente di don Rodrigo...
- Eh via! - interruppe subito il dottore, aggrottando le ciglia, aggrinzando il naso rosso, e storcendo la bocca, - eh via! Che mi venite a rompere il capo con queste fandonie? Fate di questi discorsi tra voi altri, che non sapete misurar le parole; e non venite a farli con un galantuomo che sa quanto valgono. Andate, andate; non sapete quel che vi dite: io non m'impiccio con ragazzi; non voglio sentir discorsi di questa sorte, discorsi in aria.
- Le giuro...
- Andate, vi dico: che volete ch'io faccia de' vostri giuramenti? Io non c'entro: me ne lavo le mani -. E se le andava stropicciando, come se le lavasse davvero. - Imparate a parlare: non si viene a sorprender così un galantuomo.
- Ma senta, ma senta, - ripeteva indarno Renzo: il dottore, sempre gridando, lo spingeva con le mani verso l'uscio; e, quando ve l'ebbe cacciato, aprì, chiamò la serva, e le disse: - restituite subito a quest'uomo quello che ha portato: io non voglio niente, non voglio niente.
Quella donna non aveva mai, in tutto il tempo ch'era stata in quella casa, eseguito un ordine simile: ma era stato proferito con una tale risoluzione, che non esitò a ubbidire. Prese le quattro povere bestie, e le diede a Renzo, con un'occhiata di compassione sprezzante, che pareva volesse dire: bisogna che tu l'abbia fatta bella. Renzo voleva far cerimonie; ma il dottore fu inespugnabile; e il giovine, più attonito e più stizzito che mai, dovette riprendersi le vittime rifiutate, e tornar al paese, a raccontar alle donne il bel costrutto della sua spedizione.





So che è semplicemente un copia incolla, ma io credo che questa sia una delle pagine più belle della letteratura italiana; so anche che non è precisamente il luogo adatto, ma invito chiunque a rispolverare un libro che abbiamo letto "forzatamente" troppo presto per renderci conto dell'ironia, del realismo e della poesia presenti nelle parole del Manzoni.

Anonimo ha detto...

buonasera, volevo sapere se fosse possibile vedere il compito. Grazie mille. Chiara

Futura ha detto...

ragazzi oggi non mi sono proprio svegliata:-( qualche volenteroso potrebbe riassumere la lezione che senza appunti ho difficoltà col Birocchi??? Vi prego!!! Grazie mille

Anonimo ha detto...

Il riassunto della lezione di oggi:

Il professore ha iniziato la lezione dicendo come , a partire dal 1600, lo stato incomincia seriamente ad interessarsi dell'amministrazione del bene pubblico( WELFARE).In questo caso si parla di " Assolutismo illuminato": al potere direttivo del sovrano si unisce il " WELFARE" ovvero la politica di amministrazione del bene pubblico.
Sotto la spinta delle idee Illuministiche( che incominciano ad essere sempre + incisive in questo periodo)I sovrani sono spinti verso una politica di modrnizzazione dello stato, sia sotto il profilo meramente infrastrutturale e sia sotto il profilo culturale( si penso ad esempio ai notevoli cambiamenti attutati in Prussia , con la creazione di nuove università , come quella Di Halle dove insegnarono Thomasius E PiFENKOPF")..
Molto importante è sicuramente lo sofrzo degli stati volto ad una " RAzionalizzazione del diritto Privato" e questo per favorire anche il commercio interno ed estero..Questa razionalizzazione viene attuata attraverso grandi Codificazioni, soprattutto in Francia e in Germania..

In italia la situazione è diversa:
A partire dal 700 , Il Regno delle Due sicilie e lo stato Pontificio subiscono un'ondata Riformatrice e quindi di modernizzazione.In questi stati vengono introdotte delle novità, che si presentano attraverso Grandi giuritsi Italiani come :"Gian Battista" Gravina.Insegna sia a roma che a Napoli.Introduce delle novità molto importanti come la " riscoperta della storia quale presupposto fondamentale per il rinnovamento del diritto".Questo interesse della storia si riscontra anche in un'opera molto importante del Gravina , che Riguardava lo "Studio del Diritto Romano".

Importanti novità rguardano anche L'italia meridionale , soprattutto grazie a CARLO DI BORBONE, un sovrano illuminato che introduce elementi nuovi come il " Catasto".8 quindi era possibili conoscere la descrizione dei beni immobili presenti nelle due sicile".)
Tuttavia Carlo di Bornone non avvia un'opera di Codificazione.
Uno dei primi esempi Di Codificazione è la redazione, nello stato dei Savoia, delle " COSTITUZIONI SI SUA MAESTà", che furono promulgate rispettivamente nel 1723 e 1729.La redazione di queste Costituzioni è molto importante perchè rappresenta un modello di " CONSOLIDAZIONE".Va premesso che in questo periodo vi erano due teorie sulla codificazione( teorie che rappresentano due modelli distinti di codificazione):
a) "Codificazione vera e propria": questa comporta un lavoro " ex-novo" svolto da una commissione di Giuristi e che consente di applicare le leggi contenute nel codice al caso Concreto.( solo in casi limite ci si rivolge al Legislatore).

b)"Consolidazione": sostanzialmenten consiste nel raccogliere , in una grande compilazione, tutte le leggi vigenti in un degterminato stato.Ciò, tuttavia, comporta il fenomeno dell'" ETEROINTEGRAZIONE", cioè l'utilizzo di norme " esterne" al codice, per disciplinare determinate materie, che non possono essere regolate dalle norme contenuto nel codice( es: per incongruenza, carenza , contraddittorietà delle norme stesse)..
Inoltre Nelle " costituzioni di sua maestà" si riscontra anche il Rapporto tra Giudice e Sovrano( rapporto già riscontrato nel Lievatano): il giudice rappresenta il sovrano e la sua decisione corrisponde alla volontà del Sovrano.Sorge perà il problema di limitare l'indipendenza del Giudice e , a questa esigenza, si risponde proprio con le Costituzioni di SUA MAESTA'.Nonostante questi tentativi di codificazione che serpeggiano per l'italia , a metà del 700 il diritto è ancora molto carente, soprattutto agli occhi degli Illuminsiti , come L'italiano" Ludovico MURATORI".

Muratori è un illuminsta singolare: le sue opere trattano in larga parte sono Storiche; Il muratori può essere definito come il Fondatore della scienza storica in Italia".Molte sono le raccolte di fonti storiche ad opera del Muratori: vediamo quindi come si parta dalla storia per poi arrivare al diritto..
Relativamente al diritto, il Muratori ha scritto un'opera molto importante: "DEI DIFETTI DELLA GIURISPRUDENZA", in cui si raccolgono tutte le legislazioni dei vari stati e staterelli Italiani.Ovviamente , di fronte a questo pluralismo di fonti, sorge la necessità di razionalizzare il Diritto Privato e questa razionalizzazione, secondo il Muratori, è possibile solo eliminando " L'interpretazione , che spesso rende difficile o confusionaria l'apllicazione della norma al caso Concreto..
Ovviamente questa teoria suscita non poche reazione da parte degli studiosi del diritto, che ritengono invece fondamentale e imprescindibile l'opera di Interpretazione delle norme.
Tentativi di Codificazione ci sono ANchein Toscana dove " POMPEO NERI", professore di diritto pubblico, incomincia ad analizzare tutte le legislazioni vigenti sul territorio italiano.Il risultato che emerge da questo studio è un eccessivo "PLURALISMO" delle fonti che, secondo Neri, è Inconcepibile.LA Soluzione proposta da Neri è molto semplice ma complicata al tempo stesso:" Delegare la funzione di legislatore, in materia di diritto privato , Al Sovrano.Questo è il fenomeno dell" ASSOLUTISMO PRIVATO": la sfera del diritto Privato si trasforma in Diritto Pubblico; ciò crea problemi perchè i privati vengono provati della possibiltà di autoregolarsi.Ovviamnente questo tentativo di Razionalizzazione del diritto privato, proposto da Neri, non ha esito Positivo.Ha esito positivo , invece La razionalizzazione del diritto penale e questo attraverso la Redazione di un Codice di Diritto Penale..

Per consentir il passaggio del diritto Privato nelle mani dello stato, occorre attender un illuminismo molto + incisivo rispetto a quello italiano, come ad esempio l'illuminismo Francesce che avrà come esponente Montesquieu.
Montesquie è autore di un'opera molto importante come lo " SPIRITO DELLE LEGGI", in cui grande attenzione viene posta alla libertà e Montesquieu sogna uno Stato Che garantisca la LIbertà. Montesquieu si ispira ad un modello molto importante, quello inglese, che era riuscito a coniugare le esigenze conservatrici con quelle riformiste...


Spero di esserti stato utile.
Giacomo

Futura ha detto...

grazie grazie grazie... Mi hai salvato... a buon rendere...

Anonimo ha detto...

ciao ragazzi!!
qualcuno mi può aiutare con gli appunti di oggi(21 maggio)!!!
grazie!
Giacomo