giovedì 4 ottobre 2012

Domande sui primi due capitoli

Se avete domande sulle prime tre lezioni e sui primi due capitoli potete formularle qui sotto.

12 commenti:

Denysfrancesco ha detto...

Per quanto riguarda la Lex Visigithorum e la Lex Romana Wisigothorum, non interveniva a ripartirne l'uso il principio della personalità del diritto, bensì il principio di territorialità, come da Lei affermato. Può questa tesi essere avvalorata dal fatto che nella Lex Visigothorum comparivano norme anche sugli ecclesiastici o sugli eretici, e non dunque solo sui Visigoti, e dal fatto che per raggiungere una legislazione adeguata, l'unico modo era quello di attingere alla prassi volgare con cui erano stati in contatto durante il periodo dei milites foederati? È azzardato affermare che il mito dei barbari per la romanità derivi principalmente (per non dire solamente) dal diritto?

Cosimo ha detto...

Perchè fu la teoria di Ario, che pensava che il figlio fosse stato creato prima di creare il mondo, e non quella cattolica,dove invece si pensava a padre e figlio della stessa sostanza, ade essere considerata eretica? solo per compiacere alla volontà dei vescovi?

Anonimo ha detto...

Buon giorno, ho trovato molto ostica la lettura dei paragrafi 8,9,10,11 del capitolo II del Cortese, trattano del tema della caduta dell'impero d'occidente facendo però perno su una moltitudine di nomi ed avvenimenti che non riesco a chiarire.. soprattutto quando si nomina Odoacre ed Oreste. Qualcuno ha capito meglio ?

Anonimo ha detto...

avete capito la differenza tra volgarismo e volgarizzazione ?

Emanuele Conte ha detto...

Sul mito della romanità per i barbari, sulla dottrina di Ario e sulla differenza fra volgarismo e volgarizzazione darò qualche chiarimento a lezione. Per gli avvenimenti della seconda metà del V secolo, se non vi sono chiari dal manuale leggeteli in un'altro libro di storia o in un buon sito internet.

Camilla ha detto...

Volevo chiederle un approfondimento sul parallelismo, fatto da lei in aula la settimana scorsa, fra il giudizio di Norimberga e l'obiezione di coscienza fatta dai Cristiani nei confronti dell'Impero di Diocleziano.

Unknown ha detto...
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Unknown ha detto...
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Anonimo ha detto...

Per quanto attiene alla domanda da Lei oggi sollevata in merito alla differenziazione fra res mancipi e nec mancipi nel diritto romano ed al reale e pragmatico motivo che l'abbia determinata, ritengo possa essere interessante analizzare l'aspetto che forse più riguarda i beni stessi, ovvero la loro circolazione. E’ abbastanza intuibile che le res nec mancipi, in quanto residuali rispetto alle mancipi, rappresentassero quantitativamente la quasi totalità del flusso economico romano e dunque necessitassero di un sistema di circolazione agevole. Le res mancipi, al contrario, essendo qualitativamente il perno della realtà economica, non potevano prescindere da un istituto che ne garantisse una circolazione sicura, seppur a scapito di efficienza e rapidità. Così si comprende la traditio, priva di formalismi ed accessibile a romani e non, con cui si trasferiva il possesso della res, possesso che il venditore doveva garantire tramite apposita tutela per il tempo necessario al compratore di usucapire l’oggetto ( uno o due anni a seconda della sua mobilità o meno ) e divenirne dunque proprietario. Così si comprende ancor meglio la mancipatio, negozio formale che richiedeva almeno cinque testimoni romani ed un libripens, accessibile solo ai romani, ma che al contempo rendeva il compratore contestualmente proprietario. Ritiene possa essere corretta una simile lettura ?

Anonimo ha detto...

Rispondo all'anonimo che ha chiesto chiarimenti in merito alla caduta dell'impero d'occidente...
Partiamo dall'anno 475 e facciamo immediatamente un parallelismo tra Costantinopoli e Roma(intesa come Occidente in senso lato).A Costantinopoli abbiamo Zenone che momentaneamente é stato spodestato da Basilisco mentre a Roma Giulio Nepote, creato imperatore, era stato destituito da Oreste(patrizio che aveva operato nella corte di Attila).Nell'anno successivo entra in gioco Odoacre(anch'egli personaggio di spicco della corte di Attila ma di un clan nemico a quello di Oreste).Oreste,chiama Odoacre chiedendogli, in quanto comandante delle guardie imperiali, di scendere in battaglia contro i Visigoti di re Eurico. Odoacre pose delle condizioni durissime ad Oreste ovvero uno stanziamento in Italia per se e la concessione al suo popolo (accozzaglia di diverse tribu barbare) di un terzo delle terre. Il rifiuto di Oreste a queste condizioni gli costò la morte.Il figlioletto di Oreste , Romolo Augustolo, venne risparmiato e relegato presso Napoli.Alla deposizione del vecchio imperatore non segui una nuova nomina. Rimaneva sul trono di Roma lo spettro di quel Giulio Nepote destituito da Oreste e rifugiato in Dalmazia. A questo punto ad Odoacre mancava soltanto il riconoscimento del suo potere da parte dei bizantini.Su intercessione di Romolo Augustolo Odoacre chiese a Zenone (intanto reinsediato sul trono di Costantinopoli)il riconoscimento di tale potere, riconoscimento che Zenone gli rifiutò adducendo come scusa che a conferirgli il patriziato doveva essere Nepote e non lui.Se ottenne o meno questo titolo non ci é chiaro comunque esercito il suo potere a Roma collocandosi all'interno dell'Impero.
Spero di essere stato chiaro!

Anonimo ha detto...

da WIKIPEDIA:
Il rescritto (Rescriptum principis) è una delle fonti del diritto romano. In pratica si tratta di una risposta data ad un quesito, attinente questioni giuridiche, rivolto all'imperatore da parte di un privato o un pubblico funzionario. Il parere, apposto in calce all'istanza, faceva stato, divenendo un indirizzo giuridico generale.


VOLEVO SAPERE SE QUESTA DEFINIZIONE DI RESCRITTO è CORRETTA O NO

Anonimo ha detto...
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