martedì 4 ottobre 2016

Lezione 03/10/2016

Perché si studia la storia del diritto?
La “storia del diritto” come disciplina nasce in Germania agli inizi del XIX secolo quando si comincia a sviluppare, in contrapposizione alla concezione illuminista della “razionalità del diritto” trasposta nei codici, l’idea che solo attraverso la storia del diritto si può comprendere il diritto attuale e, più precisamente, quello nazionale (Scuola Storica, Savigny).
La nuova metodologia si incentra su due punti principali:
-la concezione profondamente nazionalistica della storia (è la storia ed in particolare quella del diritto che crea l’identità nazionale);
- la concezione sistematica del diritto organizzato in concetti astratti che prendono il nome di “istituti giuridici”. Questi istituti sono i protagonisti della storia del diritto.

Quali sono gli strumenti che la storia del diritto utilizza?
La narrazione storica, a differenza di altre narrazioni, deve offrire una ricostruzione di fatti realmente accaduti. Per fare ciò si serve dei particolari strumenti delle fonti storiche. Ogni fonte storica può, tuttavia, costantemente essere soggetta a critica e verifica.

Il declino (o l’evoluzione) del mondo antico che si modifica gradualmente fino ai rinnovamenti del quattrocento e, prima ancora, di epoca medievale:
- Caratterizza, rispetto alle altre, la cultura e la storia dell’Europa occidentale;
-  Vede nel diritto romano lo strumento di “costruzione del nuovo attraverso il richiamo all’antico”.

Evoluzione costituzionale del sistema romano
Diocleziano e Costantino rivoluzionano, con politiche legislative differenti, l’idea di stato.
Da “res publica”, lo Stato diviene sinonimo di potere dispotico ed accentrato.
La maestà di potere sconfinato si estrinseca in: titolarità di tutta la giurisdizione, detenzione del più ampio potere legislativo, facoltà di deviazione dalle normali procedure (v. procedura penale per lesa maestà).

Punti principali della politica accentratrice di Diocleziano
1) Tetrarchia: l’impero dovrebbe diventare un’istituzione astratta capace di rimanere sempre in vita rinnovandosi da sola;
2) Nuovo sistema fiscale: improntato all’efficienza, incarna la visione piramidale dell’impero (iuga e capita);
3) Persecuzioni dei cristiani: difesa della tradizione e necessità di confiscare i beni delle comunità cristiane.
Esito fallimentare di tutte e tre le politiche dioclezianee.

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