mercoledì 5 ottobre 2016

Lezione 4/10/2016

Con l’evoluzione del sistema costituzionale romano improntato all’accentramento dei poteri, gli interventi legislativi di Diocleziano e Costantino portarono ad un allontanamento da alcuni principi della Roma classica -molti dei quali (ma non tutti) furono dettati dall’apertura di Costantino alla religione cristiana:
-Colonato: nato dal bisogno di garantire la costanza del reddito derivante dall’agricoltura crea il legame del contadino alla propria terra, limitandone di fatto la libertà. Si dà così origine ad uno status intermedio, diverso dai “liberi” e dagli “schiavi” e sconosciuto al diritto romano classico. Questo allontanamento dai canoni classici non ha, tuttavia, motivazioni di carattere religioso.
-L’ente ecclesiastico diviene titolare di diritti: con l’Editto di Milano viene disposta la restituzione dei beni che sotto Diocleziano erano stati oggetto di confisca non alle singole persone ma alle “corporationes”, che diventano così soggetti di diritto. Le varie ecclesiae diventano, mano a mano, nuclei svolgenti una funzione economico sociale parallela alle istituzioni laiche. Il conferimento alle chiese di beni ereditari, inoltre, non richiede particolari formalitàperciò gli eredi non possono impugnare questo tipo di testamenti per motivi formali. Tutto ciò determina un ampio processo di spostamento della ricchezza dalle famiglie agli enti ecclesiastici.
-Episcopalis audientia: diviene una forma di risoluzione delle controversie extragiuridica ma riconosciuta dall’impero. Non segue le regole procedurali e sostanziali del diritto statale, ma quelle del potere carismatico che rappresenta la particolare attitudine al governo delle comunità conferita direttamente da Dio.Diversamente dall’arbitrato classico, questa è una forma di arbitrato obbligatorio che si attiva non appena una delle due parti in causa decide di adire l’autorità ecclesiastica invece che quella statale. Le sentenze sono, inoltre, inappellabili.

La mancata considerazione, da parte di Diocleziano, dell’elemento religioso nel suo ambizioso progetto di accentramento di poteri ne fu una delle cause di fallimento. La religione monoteista cristiana ebbe, viceversa, per Costantino un’importantissima funzione nel suo progetto monocratico e la teologia divenne il fondamento del sistema costituzionale imperiale. 
Gli esiti del concilio di Nicea, promosso da Costantino stesso, furono tuttavia parzialmente differenti: riconoscendo a Cristo natura divina, la teologia cattolica produsse un dualismo divino (poi integrato dallo Spirito Santo) che forniva un modello anche al sistema del potere nell’Impero. Sul piano costituzionale si profila così un dualismo tra potere laico e potere sacerdotale, che costituirà poi nei secoli un’altra fondamentale caratteristica dell’Europa occidentale.

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