martedì 1 aprile 2008

Homagium

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Salve a tutti, oggi x un pò di febbre non sono potuta venire a lezione, volevo sapere se qualcuno poteva dirmi cosa ha spiegato oggi il prof, grazie in anticipo.

Anonimo ha detto...

Si, un riassunto della lezione sarebbe molto gradito..Anch'io sono inflenzato e credo di venire a lezione dalla prossima settimana

Angela ha detto...

Nella messa di Natale del 25 dicembre 800 in Roma, il Papa Leone III incoronò Carlo imperatore, titolo mai più usato in Occidente dalla abdicazione di Romolo Augusto nel 476.
Esistono alcune fonti che parlano di questa incoronazione.La prima dice che Carlo venne incoronato imperatore seguendo il rituale degli antichi imperatori romani, gli venne revocato il titolo di patrizio ed acquisì il titolo di Augusto. La seconda dice che se quella sera Carlo avesse saputo delle intenzioni del papa, anche se era una festività importante, non sarebbe entrato in chiesa. Quindi, secondo questo documento, Carlo venne incoronato imperatore contro la sua volontà.Carlo non intendesse assumere il titolo di Imperatore dei Romani per non entrare in contrasto con l'Impero Romano d'Oriente, il cui sovrano deteneva dall'epoca di Romolo Augusto il legittimo titolo di Imperatore dei Romani: quando Odoacre aveva deposto l'ultimo Imperatore d'Occidente le insegne imperiali erano state rimesse a Bisanzio, sancendo in tal modo la fine dell'Impero d'Occidente. Dunque, per nessun motivo i Bizantini avrebbero riconosciuto ad un sovrano franco il titolo di Imperatore. Carlo avrebbe avuto già abbastanza nemici per mettersi in urto con l'Impero Bizantino.Inizialmente le cronache coeve concordavano sul fatto che Carlo fosse tutt'altro che sorpreso e contrario alla cerimonia. Sia gli Annales regni Francorum(o Annales Laurissenses maiores), sia il Liber Pontificalis riportano la cerimonia, parlando apertamente di festa, massimo consenso popolare ed evidente cordialità fra Carlo e Leone III, con ricchi doni portati dal sovrano franco alla Chiesa romana.
Solo più tardi, verso l'811, nel tentativo di attenuare l'irritazione bizantina per il titolo imperiale concesso (che Costantinopoli giudicava usurpazione inaccettabile), i testi franchi,introdussero quell'elemento di "rivisitazione del passato" che fece parlare della sorpresa e dell'irritazione di Carlo per una cerimonia d'incoronazione cui egli non aveva dato alcuna autorizzazione preventiva al Papa che a ciò l'aveva indirettamente forzato.
Il giorno della sua incoronazione, Carlo Magno si presentò in San Pietro tra due ali di folla, abbigliato alla romana con tanto di tunica bianca, e i calzari ai piedi.
Secondo il suo biografo Eginardo, papa Leone III, dopo aver incoronato Carlo, si sarebbe prostrato a terra - secondo l'uso bizantino della proskynesis,
quasi in segno di adorazione.
il pontefice, prima di porgli la corona sul capo, lo avrebbe denudato e unto con olio santo dalla testa ai piedi. L'acclamazione popolare sottolineò comunque l'antico diritto formale del popolo romano di eleggere l'imperatore.
Occorre tuttavia ricordare come l'incoronazione a imperatore fosse per più d'un verso riconducibile alla volontà franca di riconoscere reale la falsa donazione di Costantino. In tale ottica, l'incoronazione del re franco a Imperatore sarebbe stato il corrispettivo per la legittimazione del potere temporale della Chiesa. Secondo alcuni storici, in effetti Carlo voleva il titolo imperiale, ma avrebbe preferito auto-incoronarsi, perché l'incoronazione da parte del papa rappresentava simbolicamente la subordinazione del potere imperiale a quello spirituale.

claudia 403208 ha detto...

oggi il prof. ha spiegato le origini del feudo.
il feudo è un istituto giuridico ed i suoi elementi principali sono tre: il vassallaggio( fedeltà), il beneficium( concessione reale di un bene) ed infine l'immunità.

i vassalli derivano da una fedeltà militare ed erano servi liberi, non potevano compiere determinati atti senza il permesso del padrone.

il beneficium è una concessione di terre al vassallo per poterlo mantenere: essere cavaliere comportava delle spese.
il significato antico era" terra ecclesiastica".

l'immunità ha carattere pubblicistico, ovvero poteri pubblici da parte del vassallo ed in origine ciò era un potere negativo ma subito dopo diventò positivo.


il feudo diventa maturo nell'undicesimo secolo.possiamo notare due fatti giurididci: nel 877 il capitolare di carlo il calvo e nel 1037 la costituzione di corrado secondo.
nel decimo sec. notiamo invasione barbariche di un nuovo popolo: gli ungari e le loro invasioni produssero un effetto: la fortificazione di castelli e di comunità cittadine.

ecco il riassuntino! buona serata!

Anonimo ha detto...

MATR. 402944
oggi si è parlato in primis del ruolo carolingio nel tramandare i testi della legge romana:sotto l'impero di Carlo Magno in effetti la Lex Romana è frammentata. In quest'epoca il Digesto è ormai scomparso fino al 1030, anno in cui i pisani facendo un saccheggio ad Amalfi, ne ritrovano un manoscritto in una biblioteca e lo portano dunque a Pisa: da ciò si deduce come nella pratica del diritto il Digesto non venga usato sotto la corona di Carlo Magno.
Per le Istituzioni si è a conoscenza di manoscritti inizialmente datati del IX sec, ma successivamente alcuni storici hanno scoperto che effettivamente i manoscritti potevano essere dell'XI sec e quindi anche questi successivi all'epoca di Carlo Magno.
per quanto concerne le Novellae,pare che la versione riassuntiva dell'Epitome Iuliani andasse incontro ai gusti occidentali della Chiesa, tanto che parti di quest'Epitome vengono anche riportati in alcuni Capitularia. Infine il Codice, composto di 12 libri contentente costituzioni di vari imperatori, nell'intero va perduto, ma ne rimangono versioni più brevi: Epitomi Codicis in cui viene riportato complessivamente un quarto del Codice, escludendo gli ultimi libri. Lo stesso Cortese annovera queste versioni abbreviate del Codice sotto l'impero di Carlo Magno, ma attualmente si pensa che anche queste siano più tarde. Il testo che sicuramente riassume il contenuto del Codice in quel secolo è la Summa Perusina, trovato in un manoscritto a Perugia. Vi è inoltre un manuale breve di leggi romane per uso della Chiesa, la Lex Romana Canonice Compta.
Della mitica legge romana dunque, ciò che rimane sostanzialmente è l'aspetto popolare per cui essa poteva essere appellata davanti al giudice, ma soprattutto la funzione di tutela cui la Chiesa fa riferimento per giustificare la sua posizione proprio grazie alle antiche leggi a suo favore.
Dopo quest'argomento si è passati alla decadenza dell'unità, tanto auspicata dalla Chiesa e che Carlo Magno aveva cercato di attuare, causata dalla divisione dell'impero alla morte di quest' ultimo in 3 regni (assegnati ai 3 figli di Carlo Magno). Si indebolisce quindi molto l'autorità sovrana sia perchè divisa inizialmente, sia perchè ogni singolo regno stesso al suo interno non riesce a far fronte ai vari problemi che sfociano nell'anarchia feudale.
Il feudo infatti è un istituto giuridico molto importante, fondamentale nella storia del diritto, dato che durerà per quasi un millennio!
Bloch definendo il Medioevo una società feudale, attribuisce al termine feudo una più ampia visuale spiegando come la società feudale sia fondata sul potere di un uomo su un altro uomo. Questo sistema sarà appunto sovvertito con la Riv Francese di fine XVIII sec la quale porterà valori opposti di uguaglianza.
Il contenuto fondamentale del feudo è la Fidelitas, concetto che già nasce durante la decadenza dell'impero romano, ed è basato sul rapporto, tra un più potente e un più debole, di protezione in cambio di fedeltà appunto. Esso è comunque un fenomeno diffuso e presente nel privato, tanto che lo stesso sovrano poi chiede fedeltà al popolo (da qui la spiegazione del termine sovranità nel senso medievale di "superiorità" e quindi di presenza assodata ormai di più deboli e più potenti).
Il feudo si completa e stabilizza come vero e proprio istituto in seguito all'unione e consolidazione di ben tre elementi:il vassallaggio, il beneficium, l'immunità.
il vassallaggio è un rapporto personale che deriva dal termine celtico "vas", cioè uomo inteso come omaggio: diventare uomo di qualcuno dando fedeltà (rapporto inizialmente nato per motivi militari). vi è proprio una cerimonia che concretizza l'omaggio, in cui chi presta fedeltà si inginocchia tenendo le mani giunte dentro quelle del "signore" più potente. Questa immagine di signore e fedele vuole riproporre il rapporto tra Dio e fedele nella comunità per sottolineare la sacralità e importanza dell'impegno. la condizione del fedele nei confronti del più potente è quella del semilibero ( ad esempio per determinate azioni giuridiche come l'alienazione, il fedele deve avere il permesso del signore).
il Beneficio consiste in una concessione di beni, cioè di terre, al vassallo affinchè lui ne goda. Esso ha sia origine militare ma anche ecclesiastica: la chiesa aveva accumulato tante terre al punto di dover affidarle a qualcuno per trarne frutti. proprio a questo proposito è bene ricordare come la dottrina cristiana non accettasse la vendita totale dei beni per paura di corruzione (simonia), perciò l'unico modo è quello di alienare il bene non totalmente appunto tramite il beneficio: con i Precaria (preghiere) si chiedeva alla chiesa la concessione di terre, in cambio di un canone minimo.
Quindi il carattere del beneficium in generale è quello di una concessione a carattere reale ma non stabile, essa infatti viene posta in essere solo dalla volontà del concedente, e per questo spetta a chi riceve la concessione prestare costantemente fedeltà affinchè il concedente non revochi il beneficio.
L'immunità è il potere di essere appunto immuni al potere altrui ed ha quindi carattere pubblicistico. Esso è un potere negativo nel senso che con questo non poteva entrare nessun ufficiale per il prelievo fiscale (condizione di terre particolari, soprattutto le più grandi).
Questi tre elementi si consolidano in due tappe fondamentali: il capitolare di Carlo il Calvo a Quierzy nell'877, in cui il sovrano cede alle pressioni dei cavalieri: egli concede loro una sorta di ereditarietà dei feudi per convincerli a combattere, in sostanza li assicura di impegnarsi in caso della loro morte di riprendere i feudi per poi riconcederli (anche ai figli).
altro consolidamento è la costituzione di Corrado II in Italia nel 1037: il sovrano fa in modo che i benefici minori non siano riconcessi ma direttamente trasferiti in via ereditaria al figlio maschio maggiore.
In questo modo viene quindi dato molto potere al feudo in un periodo in cui l'anarchia è ormai dilagante.
Questi provvedimenti vengono presi specialmente in seguito all'entrata in Italia degli Ungari da est, popolo barbaro per niente civilizzatoche di fronte alle fortificazioni arrestava le proprio scorribande. E' questo il momento in cui si diffondono le fortificazioni dei castelli e delle comunità cittadine (per questo le famiglie disperse in campagna preferiscono tornare in città per essere protetti) la cui difesa spetta appunto ai cavalieri che ricevono quindi i benefici suddetti per sostentamento.
Cocludendo, la vera e propria consolidazione del feudo avviene intorno alla fine del X sec.
Spero di essere stata chiara, attendo comunque correzioni! grazie.

Anonimo ha detto...

grazie mille matricola 402944. sei stata molto chiara e gentile.Ottimi appunti.

Anonimo ha detto...

A VOLTE TORNANO..
Ciao a tutti.. proverò a riassumere la lezione come meglio posso..
il prof ha aperto la lezione riprendendo un principio fià precedentemente incontrato: quello della personalità del diritto, in forza del quale ciascun popolo è solito servirsi del diritto del proprio regno al fine di risolvere controversie o stipulare contratti, secondo un'interpreatzione ottocentesca in chiave nazionalistica. Ha sottolineato come esso sia sorto solo, E NON PRIMA (con riferimento all'interpretazione oramai oggi superata sulla funzionalità della lex wisighotorum e romana wisigotorum) durante l'impero carolingio allorchè l'impero favorì le relazioni tra i vari membri di popoli cosi diversi in cui era frantumato l'impero.
Facendo riferimento ad un contesto cosi frammentato, si pone in evidenza la questione sul modo in cui il diritto giustinianeo si sia conservato. la vicenda di Carlo Magno e la sua "nostalgia" nei confronti dell'Impero romano quale era prima della fatidica caduta hanno conocorso a conservare il diritto di Giustiniano. Esso è arrivato attraverso un manoscritto del Digesto, della cui utilizzazione e trascrizione non si ha traccia alcuna; tutto ciò ha comportato la perdita della scienza del diritto, come conseguenza del fatto appunto che l'unico testo sulla scienza del diritto in realtà non sia stato utilizzato, sebbene comunque sia stato conservato (ora si trova nella Biblioteca Laurenziana). basti pensare la fatto che nel caso degli istittuti longobardi per esempio non c'era un giurista chiamato a riflettere sul diritto, ma semplicemente un re che svolgeva la funzione di emanare norme. Ed è stato proprio questo a portare alla perdita di una scienza del diritto.
Quindi nella cultura di quel tempo e nella pratica del diritto il Digesto non viene utilizzato.
Per quanto riguarda le "Istituzioni" esse sembrano adattarsi perfettamente alle esigenze di scarsa cultura che richiede il periodo medioevale dal momento che si trattava di un manualetto più semplice che quindi risultava sicuramente più facilmente accessibile in un'epoca segnata da una scarsa cultura. Per questo si presume che le istituzioni siano state forse utilizzate ma non si è certi di questa supposizione.
Invece si registra un ampio uso delle Novelle di cui la tradizione riporta, oltre la versione greca, anche altre due versioniin lingua latina: L'"Autenthicum" (traduzione letterale delle Novelle) e l'Epitome Iuliani (versione abbraviativa e riassuntiva). In particolare quest'ultima risultò particolarmente gradita e il contenuto incontrava il favore della Chiesa. Questo riassunto era l'unico testo giustinianeo che circolò abbastanza; alcuni frammenti vennero raccolti nei Capitolari di Carlo Magno.
Per quanto riguarda il Codice, questo era diviso in 12 libri e conteneva costituzioni imperiali. Esso è andato perduto nella sua forma completa e vennero perciò maturando versioni abbreviate raccolte nella cosiddetta Epitome codicis. Essa conteneva circa un quarto del codice e gli ultimi 3 libri erano stati completamente tagliati. tali versioni per lungo tempo sono state datate al periodo carolingio, mentre oggi si è più propensi a conferirle datazione più tarda ( XI secolo). Tali versioni sono state raccolte nella cosiddetta "Summa Perusina" (manoscritto conservato a Perugia) che era essenzialmente un riassunto del codice molto utilizzzato e diffuso, tanto da essere citato nei processi di Italia centrale. ci si chiede allora se tutto questo configuri una vera e propria lex romana, e la risposta è negativa in quanto in realtà in questo modo vengono conferiti solo alcuni spunti di quella che avrebbe potuto costituire un'eventuale lex Romana. Quindi quando Carlo magno si riferisce ad una presunta lex romana, in realtà fa riferimento alle schegge ricomposte di diritto romano sparse in varie opere precedenti. Secondo Cortese esiteva proprio una lex Romana, in realtà a ben vedere questa sua idea puzza oggi un po' di fantasia.
Un'altra lex romana in circolazione era la Lex romana Canonicae compta, diffusa essenzialmente nell'ambiente ecclesiastico. Della legge romana si conservavano quindi alcuni elementi mediante i quali la chiesa si tutelava.
Nella prima metà del IX secolo si registra una ricomposizione istituzionale; il rilancio dell'idea imperiale dell'unità dura molto poco. Alla Morte di Carlo Magno infatti l'impero viene diviso in tre grandi regni assegnati ciascuno a un figlio. Si verifica un indebolimento del potere istituzionale dei Re; si apre a questo punto una fase di cosiddetta "anarchia feudale" nell'asso di tempo che intercorre tra l'850 circa e il 1050). In questa fase si consolida un istituto in Europa destinato a durare sino al XIX secolo e votato a diventare un grande protagonista del mondo giuridico: il FEUDO.
Il medioevo si configura essewnazialmente come una società feudale, definita quest'ultima da mark Block come una società caratterizzata dal potere dell'uomo sull'uomo che trova fondamento su una sostanziale disparità dei soggetti, a differenza della società liberale. Gli elementi costitutivi del feudo per molto tempo hanno vissuto separatamente, per poi ricongiungersi in un secondo momento.
Un primo elemento feudale considerato come il contenuto fondamentale del feudo è la FIDELITAS. Quest'ultima oggi viene considerata non come una caratteristica del mondo germanico, quanto piuttosto come affermatasi nella decadenza romana. La fedeltà diventa l'elemento costitutivo dei rapporti di potere e non solo tra privati e si fondava su un sostanziale rapporto di sovranità sudditanza in forza del quale il soggetto debole si rimette, riurando fedeltà, nelle mani del potente che in cambio garantisce la sua protezione.
In fondo una prima manifestazione del sistema feudale si ha con il patronato.
la fedeltà è forndamentalmente un elemento della sovranita; nel mondo orientale i re chiedevano giuramenti di fedeltà ai nobili e al popolo. I re fondano la sovranità, intesa come superiorià che a sua volta presuppone un rapporto tra disuguali, sulla fedeltà. Quest'ultima secondo Cortese, giustificherebbe la natura pubblica del reato penale.
nel mondo longobardo il reato apparteneva ad una dimensione privata (offesa integrata in una sfera civilistica; ma se ad esser messo in discussione è l'ordine della società l'eventuale reato diventa una manifestazione di infedeltà verso il sovrano, il quale punisce per essere stato offeso, in quanto soggetto superiore, da un soggetto inferiore.
Ci sono 3 elementi pervasi dalla fedeltà: vassallaggio, beneficium, immunitas.
Il VASSALLAGGIO è un rapporto di tipo personale. il termine "vas" in celtico richiama il latino "Homo" per poi confluire in homagium (ossia un uomo che si fa uomo di qualcun'altro e che in virtù di questo è chiamto a prestare fedeltà ad esso). si tratta di un atteggiamento già analizzato nella commendatio nel tardo impero.
A partire dal mille si configuara l'immagine del fedele che si mette a mani congiunte sotto la protezione di Dio. Ed è proprio questo che accade nel vassallaggio; non a caso il vassallo è chiamato signore proprio come Dio)
All'origine del vassallaggio c'è chi ha voluto vedere una funzione militare, ossia che i vassalli si comportavano cosi per motivi militari; ma c'è ancora un altro aspetto che si basa sul fatto che lo status dei vassalli si configurava come una condizione menomata dal momento che questi per compiere alcuni atti necessitavano del permesso e della protezione del signore; torna in questo modo l'istituto del mundio.
BENEFICIUM: concessione di beni, in genere di terre a favore del vassallo affinchè questo possa trasrre sostentamento dai profitti ricavati dalle terre.
Sembra che l'origine di questo collegamento di terre e vassallaggio sia di matrice militare. Difatti i sovrani franchi avevano favorito l'aumento dei cavalieri, a mano a mano che la cavalleria carolingia si affermava su queste terre. Il fatto di essere cavaliere comportava una spesa ingente e il sovrano che aveva bisogno della cavalleria concedeva ai cavalieri dei territori con i cui ricavi potessero mantenere il proprio fabbisogno militare.
Il beneficium ha anche un'altra origine molto antica, ossia ecclesiastica. Infatti a partire dalla legge sulla donazione di Costantino, la Chiesa aveva iniziato a raccogliere molte ricchezze che la chiesa non poteva vendere nè alienare dal momento che la dottrina cristiana aveva sancito che i beni ecclesiastici non potevano essere venduti altrimenti si incorreva nel peccato di Simonia. Cosi la chiesa optò per la concessione di quelle terre con il conseguente trasferimento della disponibilità su di esse, ma non del trasferimento della proprietà.
I cosiddetta "PRECARIA" erano proprio concessioni di terre ai fedeli dietro preghiera. Si trattava di una concessione non stabile, in quanto chi riceve il terreno in precaria sa che potrà disporne fino a quando il concedente non revochi il permesso. Si trattava di una concessione unilaterale governata dalla volontà del concedente. Questo atteggiamento dall'ambiente ecclesiastico cominciò a diffondersi anche nell'impero. Ad ogni modo dietro a tutta questa dinamica c'è sempre l'istituto della fedeltà che induce il concedente a non interrompere questa concessione.
IMMUNITA': si tratta di un elemento accessorio che in quantotale non sempre è presente nella configurazione del feudo. ha un carattere pubblicistico e consiste in un esercizio pubblico di poteri o funzioni da parte del vassallo. All'origine l'immunità era considerato come un privilegio negativo e non positivo di cui godevano le terre ecclesiastiche e che consisteva nell'escudere gli ufficiali dall'ingresso in questi territori, che quindi erano immuni dal potere ufficiale, ma soprattutto dal prelievo fiscale. Esso da privilegio negativo diventa positivo. E' il concessionario a conferire ordine al sistema territoriale senza l'intervento di ufficiali pubblici. i concessionari di beni maggiori dotati di immunità costituivano la nobiltà: si trattava di famiglie molto potenti che avevano raccolto la loro ricchezza attraverso lo sfruttamento dei benefici feudali.
L'elemento che porta all'unificazione dei tre aspetti in un unico istituto e che porta quindi alla maturazione del Feudo si trova nel beneficium che da concessione instabile diventa un'alienazione incondizionata.
sono due le tappe che portano al consolidamento del beneficium:
1)il Capitolare di Carlo il Calvo (887 Quierzy) con il quale il re concede una sorta di ereditarietà del beneficum ai propri cavalieri, nel senso che da quel momento in poi si assumeva l'impegno di riprendere il beneficium concesso dopo la morte del cavaliere per poi riconderlo ai figli di quest'ultimo. Il capitolare segna una stabilizzazione dei benefici maggiori.
2) 1037: stabilizzazione dei benefici minori con Corrado II che concede una costituzione in cui asserisce che i benefici minori dovevano essere trasferiti in via ereditaria ai parenti maschi di grado maggiore.
dall'837 al 1037 si registra un grande disordine. Nel XII secolo oltretutto si verifica una tardiva invasione di un popolo germanico: gli Ungari che arrivavano essenzialmente da Trieste e che rappresentavano bande di barbari per niente civilizzati.L'unica cosa che potè arrestare il loro procedere furono le fortificazioni che si affermarono attorno ai castelli e alle comunità cittadine al fine di protegggere queste aree da eventuali ingressi di questo popolo. E i feudatari proterri dalle fortificazioni necessitavano non solo di mura ma anche di un esercito potente e stabile. cosi l'esigenza di mantenere un esercito portò sulla strada di una concessione di beneficia minori trasmissibili ereditariamente.
Ed è proprio nel mille che l'istituto del feudo si è stabilizzato grazie alla creazione di mura e di una milizia volte a proteggere castelli e comunità cittadine.

QUESTO è CIò CHE IL PROF HA SPIEGATO OGGI.. SPERO DI AVER SCRITTO CORRETTAMENTE.. ATTENDO EVENTUALI CORREZIONI.. GRAZIE

Anonimo ha detto...

GRAZIE MILLE a chi ha scritto la lezione di oggi!!!!
a buon rendere!!
grazie ancora.

Anonimo ha detto...

Salve a tutti...purtroppo oggi non sono riuscita a venire a lezione...se qualcuno ne ha voglia potrebbe dirmi cosa a spiegato il prof?!
grazie mille.

Anonimo ha detto...

scusate io non ho molto chiaro il rapporto tra le complilazioni giustinianee, la lex romana canonice compta e la lex romana di cui parla cortese....qualcuno che ha chiro l'argomento puo darmi una spigazione?